DDL Riforma Avvocatura: ProfessionItaliane chiede correttivi urgenti
Necessario intervenire sulle riserve previste per gli avvocati per evitare nocumento alle altre professioni, nonché l’aumento dei costi per i cittadini e del contenzioso tra categorie.
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Modificare le norme della Riforma dell’Ordinamento Forense che prevedonovl’ampliamento sproporzionato delle competenze riservate agli avvocati a discapito delle altre professioni ordinistiche. È la richiesta di ProfessionItaliane per evitare il depauperamento del sistema e l’aumento del costo dei servizi per i cittadini e del contenzioso tra professionisti. L’Associazione, che riunisce 22 ordini e collegi professionali, è stata ascoltata lo scorso 2 dicembre dalla Commissione Giustizia della Camera e oggi ha depositato la propria memoria contenente alcune osservazioni e proposte di modifica del DDL in discussione.
A preoccupare è soprattutto il massiccio rafforzamento della riserva delle competenze in capo agli avvocati previsto all’art. 2 dal DDL: dall’estensione della riserva di assistenza, rappresentanza e difesa davanti a tutti gli organi giurisdizionali al riconoscimento della consulenza legale come competenza esclusiva dell’avvocatura, fino alla nullità delle pattuizioni per prestazioni di consulenza o assistenza legale svolte da professionisti non iscritti all’albo, se connesse ad attività giurisdizionali. Ancora, si stabilisce la possibilità di dichiarare nulli o annullabili atti giuridici privi di assistenza legale e di abrogare, attraverso i decreti attuativi della Riforma, norme incompatibili con le disposizioni previste dal riordino della professione forense.
ProfessionItaliane ha, dunque, evidenz iato il rischio che, senza una precisa definizione dei confini e di
adeguate salvaguardie, si restringa fortemente l’ambito operativo di molte professioni che svolgono attività tecniche e consulenziali. Tra queste, quelle connesse a contenziosi in materia di lavoro, previdenza e assicurazioni; agli adempimenti nei procedimenti amministrativi, ispettivi e di vigilanza; alla proprietà intellettuale, alla contrattualistica tecnica e specialistica. Tale sbilanciamento comporterebbe un aumento dei costi per cittadini e imprese, costretti a ricorrere all’avvocato anche per attività non strettamente giurisdizionali. Non solo, potrebbe ripercuotersi anche sul sistema della Casse di Previdenza dei professionisti, incidendo negativamente sul loro equilibrio e la loro sostenibilità futura. In questo quadro ProfessionItaliane ha chiesto una serie di interventi per un ribilanciamento che tenga conto dello sviluppo di tutte le categorie e gli ordini professionali. Tra questi:
- una definizione chiara e restrittiva della nozione di “connessione con l’attività giurisdizionale”,
limitandola ai soli casi in cui esista un conflitto;
- l’introduzione di salvaguardie esplicite per le competenze delle altre professioni, comprese quelle
attribuite da norme secondarie;
- la precisazione che i poteri abrogativi dei decreti attuativi riguardino esclusivamente norme
dell’ordinamento forense;
- un impianto complessivo fondato su chiarezza, proporzionalità e coordinamento normativo, per
tutelare i cittadini, evitare conflitti e mantenere un sistema ordinistico moderno e funzionale.
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