Codice Rosso, l'allarme degli avvocati romani: «Procure in tilt, così è difficile valutare i casi più a rischio»
L'aumento esponenziale delle denunce ha fatto crescere in maniera altrettanto esponenziale il lavoro delle procure
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Procure in difficoltà a meno di due mesi dall’introduzione del Codice Rosso, a tutela delle vittime di violenza di genere: l’aumento esponenziale delle denunce ha fatto crescere in maniera altrettanto esponenziale il lavoro delle procure senza che siano stati forniti i mezzi e le risorse necessari per far fronte sia in maniera sia quantitativa sia qualitativa al nuovo carico di lavoro. L’allarme è stato lanciato durante un convegno sul tema organizzato dall’Ordine degli avvocati di Roma. La nuova norma prevede procedimenti penali più veloci per prevenire e combattere la violenza di genere, un inasprimento delle pene contro il dilagare della violenza, maltrattamenti e femminicidi e introduce nuove fattispecie di reato come il matrimonio forzato e il revenge porn, (la realizzazione e diffusione di immagini o video con immagini sessualmente esplicite, senza il consenso dell’interessata). Si tratta di reati che si adeguano ai cambiamenti sociali, nati anche dalla pressione dei familiari di alcune vittime. Se dunque il fatto di aprire una sorta di corsia preferenziale alle denuncia ha potuto mettere in luce la dimensione del fenomeno delle violenze che restava sommersa, d’altro canto non sarebbero sufficienti le risorse per dare risposte adeguate.
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