Bari, i processi ripartono tra assembramenti e mille difficoltà
Corridoi stretti, spazi comuni angusti, doverose precauzioni finalizzate a scongiurare il rischio contagi, spola tra un palazzo e l’altro: non è facile per i penalisti baresi
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Un anno fa nel Palazzo di via Dioguardi, sede provvisoria del tribunale penale, venivano celebrate le prime udienze. Oggi, alla ripresa dell’attività giudiziaria «ordinaria», archiviata la sospensione feriale, ci sarà, però, davvero poco da festeggiare. Un anniversario amaro soprattutto per gli avvocati che soffrono il caos edilizia giudiziaria più degli altri operatori del diritto. E a complicare una situazione di per sé non facile, ci ha pensato quest’anno anche il coronavirus. «Come sempre si parla di tutto, tranne che della ripresa della Giustizia», lamenta il presidente della Camera penale di Bari, avvocato Guglielmo Starace. Va bene le scuole, ci mancherebbe, un passo avanti doveroso quanto tardivo rispetto alle discoteche. Ma il pianeta Giustizia, sia pure fondamentale perché uno stato possa definirsi civile, sembra abbandonato a se stesso. «Indubbiamente è come se ci fosse sul tema una cortina fumogena che crea disorientamento – prosegue Starace – e che danneggia i cittadini oltre noi avvocati che crediamo in quello che facciamo. La sensazione è di lavorare in un clima di perenne sacrificio, di provvisorietà e abbandono da parte delle istituzioni».
Stretti tra le limitazioni per l’accesso negli uffici e nelle cancellerie, le norme anti assembramento nelle aule e la difficoltà logistica nel dovere raggiungere le diverse sedi giudiziarie disseminate in città, non è facile la giornata tipo di un avvocato barese. «Con la proroga dello stato d’emergenza continuiamo ad accedere in cancelleria su appuntamento chiesto via mail per depositare gli atti e questo complica di molto la nostra attività di penalisti». Non è più possibile, infatti, una volta giunti in tribunale, sbrigare altre incombenze anche se nella cancelleria X non c’è nessuno, ma qui non si ha appuntamento. Quanto alle udienze ordinarie che riprendono oggi dopo la pausa estiva, il numero è ridotto per consentire il rispetto delle norme anti assembramento. «E’ in atto una ristrutturazione dei ruoli di udienza e degli orari – prosegue Starace -. L’obiettivo è evitare sovrapposizioni e limitare al massimo gli imprevisti». Ma i problemi restano. «Non abbiamo ancora ricevuto risposte all’ennesima lettera inviata al ministro Bonafede», lamenta. Corridoi stretti, spazi comuni angusti, doverose precauzioni finalizzate a scongiurare il rischio contagi, spola tra un palazzo e l’altro: non è facile per i penalisti baresi.
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