Ritorno al lavoro dopo la maternità: i consigli da mettere in pratica per trovare il giusto equilibrio tra famiglia e carriera
Il ritorno al lavoro dopo la pausa maternità è un tema molto sentito ad oggi in Italia considerati i numeri in continua diminuzione della natalità.

Quello del ritorno al lavoro dopo la pausa maternità è un tema molto sentito al giorno d’oggi in Italia considerati i numeri in continua diminuzione della natalità.
Nonostante gli oggettivi passi fatti negli ultimi anni, c’è ancora molto su cui lavorare per le donne che scelgono di conciliare carriera e vita familiare.
In questa guida, vediamo qualche consiglio pratico da conoscere per trovare l’agognato equilibrio (non sempre sarà perfetto, ma sarà frutto del proprio impegno e dell’unicità della storia familiare).
Essere consapevoli della propria fortuna
Amare il proprio lavoro è una fortuna immensa: vivere questa situazione e poter riprendere il percorso professionale dopo la maternità è, ad oggi, un vero privilegio in Italia. Ogni anno, infatti, i media ci ricordano i numeri tragici delle donne – siamo nell’ordine delle decine di migliaia – che si trovano a dover lasciare il lavoro una volta diventate madri.
Il tema dei servizi di welfare inadeguati è ampio, e non è questo il luogo idoneo per trattarlo. Quello che è importante consapevolizzare riguarda il fatto che il cocktail di emozioni del ritorno al lavoro dopo la parentesi della pausa maternità non è qualcosa che tutte le donne possono sperimentare.
Stabilire una routine
Quando arriva un neonato in famiglia, si sente spesso parlare dell’importanza della routine nel suo percorso di crescita: la prevedibilità dei processi rappresenta, fin dai primissimi mesi di vita, un punto di riferimento sicuro per il piccolo.
In un periodo di cambiamento importante come il ritorno al lavoro dopo la maternità, anche la mamma e il resto degli adulti in famiglia, la cui serenità e collaborazione sono preziosissime, apprezzano tutto ciò.
Se per il bambino il vantaggio risiede nella costruzione di un’immagine sicura e concreta del mondo che lo circonda, per la mamma che torna al lavoro è sinonimo di quell’ordine mentale necessario per far quadrare tutto.
L’abito fa il monaco
Abbiamo imparato, nel corso degli anni, che il proverbio “L’abito non fa il monaco” non ha nulla di vero, soprattutto quando si guarda al mondo del business.
Le nostre scelte legate all’abbigliamento influenzano la percezione che gli altri hanno di noi e pure la nostra autostima, che si riflette nei rapporti con le persone e che, sul lavoro, può aprire porte importanti.
Questo è il motivo per cui, per vivere al meglio il ritorno nel mondo professionale dopo la pausa maternità, può avere il suo perché, per una donna, rivoluzionare il proprio look e valutare un restyling completo, che comprenda trucco, capelli e abbigliamento.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, le tendenze della stagione in corso sono molto chiare: l’abbandono del rigore classico del nero è realtà concreta e si può apprezzare l’arrivo sulla scena di colori come il beige.
Come si può vedere dando un’occhiata alle proposte di un brand di abbigliamento femminile come Vicario Cinque, marchio che ha fatto del focus sull’eleganza femminile senza tempo la sua cifra distintiva, lo vedremo soprattutto come protagonista delle scelte relative alle scarpe.
Il potere del networking
Libera professionista o dipendente che sia, la mamma che torna al lavoro può trovare nel networking una linfa di crescita preziosa anche per collaborare a progetti non retribuiti ma legati a cause che sente particolarmente vicine a livello valoriale.
Basta dare un’occhiata online per trovare i nomi di realtà associative – negli ultimi anni ne sono nate numerose – che si rivolgono alle donne intenzionate a valorizzare la propria crescita professionale e personale.
L’importanza della delega
Altro punto di massima rilevanza quando si parla di ritorno al lavoro dopo la maternità è l’importanza della delega.
Può sembrare complesso gestirlo, ma solo perché, molto spesso, si è vincolate a luoghi comuni.
Non è detto che delegare voglia dire per forza lasciare il bambino ai nonni o a una baby sitter.
Esistono anche altre scelte che possono svoltare l’organizzazione pratica della neo mamma lavoratrice.
Un esempio? Il fatto, per le libere professioniste, di affidare a un assistente virtuale la parte operativa e gestionale del business (risposta alle mail, evasione delle fatture etc.).
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