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Quattro anni di crisi e guerre: il mondo ‘smontato’ dalla storia

Dalla tensione Russia-Ucraina del 2021 all’aggressione russa del 2022, fino agli attacchi di Hamas del 2023, la diplomazia sembra aver perso il suo ruolo. Le guerre ibride ridisegnano gli equilibri globali.

Quattro anni di crisi e guerre: il mondo ‘smontato’ dalla storia

 Quattro anni fa, in questo stesso periodo, il mondo seguiva con il fiato sospeso la crisi tra Mosca e Kyiv ed il crescente dispiegamento alla frontiera tra Russia ed Ucraina di un robusto dispositivo militare russo, con Putin che mirava ad impedire che l’Ucraina entrasse nella Nato e sosteneva proteggere le minoranze russe da un presunto genocidio. Una crisi di cui agli osservatori più attenti non sfuggiva la grande pericolosità per la fragile stabilità regionale e per gli equilibri di ciò che ancora si definivano i rapporti Est-Ovest già compromessi dalla crisi in Crimea del 2014.

Cercando di capire perché nulla da allora sembra essere più come prima, si potrebbe sostenere che la pandemia di cinque anni fa abbia finito per contagiare anche le relazioni tra gli Stati e le loro regole, tra le quali quelle di uno dei più vecchi mestieri del mondo, la diplomazia.

Ricordo l’atmosfera degli ultimi mesi del 2021: molti continuavano a ritenere che alla fine si sarebbe ancora una volta trovato il modo di evitare un epilogo militare confidando nelle varie iniziative diplomatiche avviate sulla Russia, soprattutto da parte degli Stati Uniti e di alcuni europei più ‘volenterosi’. Invece, pochi percepirono che con quella crisi erano in realtà partite le prime note del ‘De Profundis’ della Diplomazia e, nella discesa che condusse all’alba del 24 febbraio all’inizio della ‘operazione militare speciale’ russa, la frattura tra l’Occidente e la Russia zarista era diventata un baratro e a nulla erano valsi i tentativi di mediazione di nuove figure di negoziatori di provenienze diverse. Non erano ancora entrati in azione gli immobiliaristi, ma aveva prevalso il dialogo con e sui social e gli specialisti erano stati messi da parte.

L’aggressione russa all’Ucraina 77 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale segna l’inizio di una nuova era nel senso storico-politico più completo. Dopo aver attraversato decenni difficili di confronto, che politica e diplomazia avevano saputo gestire, nel 2022 in Europa ritorna la guerra con immagini che riportano all’invasione tedesca della Polonia nel 1939.

Poi l’anno dopo, il 7 ottobre del 2023 un’altra guerra con l’attacco di Hamas ad Israele, con morti e distruzioni che dal Nord scendono al Sud investendo due popoli che stentano ancora a capirsi. In pochi anni la Storia ha compiuto un ciclo completo: guerra, pace, o meglio tregue (una pace dal 1945 non esiste più), guerre. Guerre che oggi definiamo ibride, perché condotte con tutti i mezzi, peraltro come sempre, inclusa la fame.

I cambiamenti sono stati talmente profondi che chi scrive da alcuni anni parla di un ‘mondo smontato’, con una comunità degli Stati e relativa governance che, come nel noto gioco immobiliare della nostra infanzia, è ritornata alla casella di partenza senza passare dal via. Impegniamoci allora seriamente per ritrovare lo spirito del 1945 per creare un nuovo mondo di un futuro che è già presente.

By Riccardo Sessa

L’Ambasciatore Riccardo Sessa è Presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI).

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia di dicembre 2025 – gennaio 2026 (numero 10, anno 8)

 

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