Ordini e sindacati uniti per la legge sull’ equo compenso
L'intervento della Presidente Marina Calderone
Prove di unitarietà nel mondo delle professioni sull’equo compenso, in occasione del Festival del lavoro in corso a Bologna. Dopo le polemiche degli ultimi mesi attorno all’utilità o meno del provvedimento in discussione in Parlamento, si apre uno spiraglio per un tavolo di confronto tra le diverse ‘anime’ dei professionisti e sulla possibilità che tutte, in modo unitario, spingano sulle forze politiche per il via libera in tempi brevi alla norma, senza ulteriori modifiche. È quello che ha chiesto chiaramente, nel corso di un dibattito, Marina Calderone, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, ma anche alla guida del Comitato unitario delle professioni (Cup) e Vicepresidente di ProfessionItaliane. “Noi lavoriamo perché questo testo veda la luce. Sappiamo che non è il miglior testo, non siamo nati ieri, ma in questo momento abbiamo bisogno di una norma che sancisca un principio: la dignità del lavoro deve trovare dignità nel compenso”, ha sottolineato Calderone. Per Calderone non ci sono più alibi per le altre ‘anime’ dei professionisti. “Il 28 giugno – ha sottolineato – il provvedimento tornerà in commissione al Senato. Io dico ad Adepp e Confprofessioni che ognuno deve svolgere il proprio ruolo, ma io sul fatto che il lavoro dei professionisti non valga nulla non ci sto”. E a spingere sull’esigenza di ‘correre’ tutti insieme verso l’approvazione della norma è anche Dario Montanaro, Presidente dell’Ancl, l’Associazione nazionale dei Consulenti del lavoro. “Non può che esserci convergenza – ha detto – su questo tema. Il lavoro del professionista va pagato, non può esserci l’erogazione dei servizi senza una remunerazione. Ho già chiesto un confronto con il presidente di Confprofessioni Stella, abbiamo già perso troppo tempo. Sui temi dell’applicazione della legge ne parleremo dopo, prima la legge va approvata, inutile discuterne prima”, ha concluso.
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