Ministero del Turismo. Un inutile baraccone
Nel 1993, l’82,28% degli italiani lo abolì con un referendum.
In evidenza

E fu istituzionalizzato un dato di fatto che da tempo era un doppione: ogni Regione si gestisce il proprio. Di conseguenza le Regioni si sono organizzate, anche rappresentanze all’estero. Le infrastrutture si sono adeguate. Gli aeroporti, per esempio. Prima ce n’erano due grossi e alcuni piccoli, ogni Regione oggi ne ha più d’uno. C’è bisogno di un ministero per gestire anche tutti questi aeroporti?
Il fatto che il Turismo sia fondamentale per l’economia nazionale giustifica il passaggio dalle Regioni al Governo? Ma non sarà un passaggio… ogni Regione continuerà le proprie politiche, e lo Stato si aggiungerà. Per cosa? Distribuire meglio i fondi Ue?… e c’era bisogno di un ministero per questo? Non bastava il ministero dello Sviluppo Economico?
Abbiamo un presentimento. Come è accaduto per il ministero delle Politiche Agricole (abolito nel 1993 con referendum: 70,23% a favore) e reistituito da tempo, una nuova burocrazia rispetto a politiche che sono solo comunitarie e regionali.
Ci sono diversi elogi per la ricomparsa del ministero del Turismo. I disperati di una delle economie più colpite dalla pandemia, talvolta vi si aggrappano come a quelli che portano le sigarette e le arance in prigione. Era questo l’effetto desiderato?
Altre Notizie della sezione

Lo ius scholae, un’idea superficiale
04 Luglio 2025Non si conosce la realtà delle comunità cui appartengono coloro che si vorrebbero far diventare cittadini italiani.

Casse di Previdenza: sostenibilità e adeguatezza
03 Luglio 2025Sono le due facce di una stessa medaglia: se le pensioni risultano inadeguate, ci sarà una pressione perché le pensioni siano aumentate e la sostenibilità del sistema pensionistico può risultare compromessa.

Disprezzo per il denaro pubblico e per i cittadini
02 Luglio 2025Che sia chiaro. Nessuno dica di avere senso dello Stato.