Anno: XXVI - Numero 145    
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L’indifferenza degli iscritti alle casse di previdenza

Tra i mali che affliggono la nostra società l’indifferenza è forse tra i peggiori.

L’indifferenza degli iscritti alle casse di previdenza

Condizione definita da mancata partecipazione, disinvestimento, rinuncia, essa si manifesta tramite i suoi molteplici volti negativi: inerzia, silenzio e incapacità di condividere, omissione, assenza e ritiro e si infiltra a diversi livelli: istituzionale, di gruppo, interpersonale, etc.

L’essere indifferente è un esserci senza spendersi, come una specie di sterilizzazione morale, un far finta di non vedere o sentire per non farsi coinvolgere, attivarsi, impegnarsi, lottare.

Se in alcune situazioni o momenti critici della vita può essere una via di fuga, una difesa personale, l’indifferenza cristallizzata nella quotidianità diventa atteggiamento di comodo e quieto vivere che galleggia nell’indefinito, che blocca i processi di apprendimento e ostacola l’innovazione. Nei contesti di lavoro è generatrice di senso di impotenza, frustrazione, conflitto, abbassamento della qualità del lavoro e dei risultati. In letteratura il comportamento indifferente nei confronti dell’altro/altri viene considerato comportamento aggressivo.

Per questo è importante riconoscerla fuori e dentro di noi, identificarne le vie d’uscita e gli antidoti».(Fonte: www.sinergiaesviluppo.it).

Di fronte alla notizia della prossima pubblicazione del regolamento investimenti per le Casse di previdenza, con l’articolato già in rete, pubblicazione che si attende dal 2011, ho notato, sui social, soprattutto l’indifferenza degli iscritti i quali versano miliardi di contributi previdenziali, perché lo devono fare per legge, ma al contempo si disinteressano della loro destinazione, salvo svegliarsi, quando spesso è troppo tardi, al momento del pensionamento.

L’indifferenza spiega perché vi sia una scarsa partecipazione al voto per gli organi amministrativi, così come disinteresse sulla vita delle Casse di previdenza.

Questo consente ai vari management una grande  libertà di movimento.

È vero che siamo nel periodo estivo, che la previdenza è una materia complessa e, per molti, noiosa, però la previdenza rappresenta il futuro per molte generazioni.

È un problema che va studiato con la dovuta attenzione.

In questo senso seguo con attenzione l’iter del disegno di legge al Senato n.1192 sulla valutazione dell’impatto generazionale “VIG”, sugli effetti che la legislazione potrà avere sugli under 35, come cambio di paradigma culturale verso una politica che restituisca fiducia e protagonismo alle giovani generazioni.

Una nuova legge quale impatto avrà sulle future generazioni?

Per esempio: la recente riforma della previdenza forense quale impatto avrà su chi si iscrive dal 01.01.2025?

Risponde alle sue esigenze o a quelle dei già iscritti e pensionati?

Nel campo previdenziale è fondamentale dare queste risposte, mentre sin qui si è guardato prevalentemente all’oggi al fine di catturare il consenso.

La  VIG può combattere l’astensionismo e la sfiducia verso le istituzioni nelle generazioni più giovani.

“Pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni” parole della Ministra Elisabetta Casellati.

Dopo il via libera del Senato, il disegno di legge passa ora alla Camera per il secondo passaggio parlamentare. Se approvato definitivamente, il Governo avrà dodici mesi per adottare i decreti legislativi previsti. Sarà a quel punto che la portata concreta della riforma potrà essere misurata. Il successo dell’intervento dipenderà dalla capacità dell’esecutivo di tradurre i principi enunciati in misure operative, mantenendo l’equilibrio tra esigenze tecniche e obiettivi sociali. La semplificazione normativa non è solo una questione di forma: è un tema di giustizia e lungimiranza istituzionale, che tocca il rapporto tra istituzioni e cittadini in modo diretto e profondo.” (Fonte: www.italia-informa.com).

Art. 4. (Valutazione di impatto generazionale delle leggi)

  1. Le leggi della Repubblica promuovono l’equità intergenerazionale anche nell’interesse delle generazioni future.
  2. La valutazione di impatto generazionale (VIG) consiste nell’analisi preventiva dei disegni di legge del Governo in relazione agli effetti ambientali o sociali ricadenti sui giovani e sulle generazioni future. La VIG costituisce uno strumento informativo riguardante l’equità intergenerazionale degli effetti ambientali o sociali indotti dai provvedimenti.
  3. La VIG dei disegni di legge del Governo è effettuata nell’ambito dell’analisi di impatto della regolamentazione prevista dall’articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246, secondo criteri e modalità individuati con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 5 del medesimo articolo 14, adottato di concerto con l’Autorità politica delegata in materia di giovani, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
  4. La VIG è, in ogni caso, necessaria se il disegno di legge determina effetti significativi di tipo ambientale o sociale, a carico delle generazioni future. In tali casi, restano fermi i criteri e le modalità individuate con il decreto di cui al comma 3.

 

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