Traforo Frejus, apre la seconda canna che unisce l’Europa.
Dopo infinite proteste e anni di lavoro è stata inaugurata la seconda galleria tra Italia e Francia: 700 milioni per un'opera importantissima per i collegamenti europei.

La seconda canna del Traforo del Frejus diventa realtà dopo 14 anni di lavori e collaudi. Il tunnel collegherà d’ora in avanti l’Italia (Bardonecchia) con la Francia (Modane). Un’infrastruttura che ha creato numerosi contrasti e che è costata ben 700 milioni di euro. Il Traforo Frejus ha caratteristiche ben precise con 12,9 chilometri di lunghezza e 8 metri di diametro e affiancherà il passaggio storico, inaugurato nel 1980, diventando il più lungo tunnel stradale a doppia canna d’Europa. Sarà percorribile dalle ore 20 di oggi 29 luglio 2025.
L’inaugurazione non è stata una grande festa, ma è avvenuta in una valle blindata dopo l’assalto dei No Tav lo scorso sabato. Non si sono verificati incidenti, ma ben 418 uomini, tra esercito e forze dell’ordine, hanno dovuto controllare il cantiere. Per il taglio del nastro non potevano mancare i ministri dei Trasporti di Italia e Francia, Matteo Salvini e Philippe Tabarot, affiancati dalle autorità locali e dai vertici delle due concessionarie: l’italiana Sitaf e la francese Sftrf.
Il ministro dei trasporti non ha vissuto il giorno della cerimonia di apertura con serenità. “Non è possibile che nel 2025 si debba scavare una galleria protetti dall’esercito. È una vergogna in un Paese civile – ha tuonato Salvini a Bardonecchia – I No Tav sono una banda di criminali. E le infrastrutture, in tempo di guerra, uniscono i popoli: sono ponti di pace“.
Il ministro francese Tabarot ha annunciato: “Indipendentemente dalle opposizioni, questo progetto si concluderà. Nessuno fermerà questi cantieri”. Una posizione netta per trasmettere forza e determinazione. Al progetto hanno lavorato ben 950 imprese. Del resto il Traforo rappresenta molto di più di un semplice tunnel. Offre 34 rifugi di emergenza, una centrale di controllo ipertecnologica, 9 bypass carrabili e corsie separate per ogni senso di marcia, con corsia di servizio. Un’infrastruttura strategica che drasticamente abbassa il rischio di incidenti e accelera i tempi di intervento in caso di emergenza. L’opera è stata costruita sulla base della sostenibilità, soprattutto nella zona transalpina. Sono stati utilizzati materiali a basso impatto ambientale, con un riutilizzo dei materiali di scavo superiore all’80%, tutto nel pieno rispetto della fauna circostante. Lo scorso anno sono iniziati i lavori anche del primo tunnel sottomarino in Italia, il più grande d’Europa.
La nuova canna del Frejus consentirà il passaggio dei veicoli in due direzioni, offrendo un flusso di traffico più regolare. Si prevedono meno code, in particolar modo nei weekend estivi. “Dopo il Tenda ora il Frejus. Riapriamo il Piemonte“, ha affermato il presidente della Regione, Alberto Cirio, che ha parlato di “una giornata storica” per le reti di collegamento in Europa. “Un’opera che aspettavamo da anni è finalmente realtà”, ha concluso Cirio.
Il traffico pesante, nei prossimi due anni, dovrebbe crescere del 12%, ma con i nuovi sistemi ventilazione e filtraggio non dovrebbero crearsi problemi di inquinamento. L’apertura della seconda canna del Frejus ha messo in primo piano anche i No Tav. Le proteste continueranno anche per la grande opera transfrontaliera Torino-Lione. Le tensioni non mancheranno perché la recente apertura della seconda canna del Traforo Frejus dovrebbe riaccendere i riflettori sugli altri lavori di collegamento. La sindaca di Bardonecchia, Chiara Rossetti, pur presente all’inaugurazione, ha dichiarato: “I territori di montagna non possono essere solo zone di passaggio. Vanno messi al centro delle politiche nazionali, altrimenti la frattura tra Paese e aree alpine diventerà irreversibile“.
VMotori
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