Superbonus: professioni tecniche, resti la cessione del credito
Preoccupano le ricadute della 'stretta' sul mercato edilizio
La Rete delle professioni tecniche (Rpt), composta da Ordini di diverse categorie, tra cui ingegneri, periti industriali, architetti, geometri, ribadisce di essersi “fermamente opposta” all’adozione della modifica, nel decreto Sostegni ter, alla “disciplina dello sconto in fattura e della cessione dei crediti d’imposta in materia edilizia ed energetica escludendo la facoltà di successiva cessione a favore dei primi cessionari”, nel quadro del Superbonus 110%.
In una nota l’organismo esprime “tutta la propria preoccupazione in merito alla ricaduta del provvedimento sul mercato edilizio e sul processo di efficientamento energetico ed antisismico che sta interessando il patrimonio immobiliare italiano”.”Lo scorso 21 gennaio, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. L’articolo 28 del provvedimento modifica la disciplina dello sconto in fattura e della cessione dei crediti d’imposta in materia edilizia ed energetica, escludendo la facoltà di successiva cessione a favore dei primi cessionari. Per i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati precedentemente oggetto di cessione o sconto in fattura, viene consentita esclusivamente una ulteriore cessione ad altri soggetti. Sono nulli i contratti di cessione conclusi in violazione delle disposizioni recate dall’articolo. Sin dalla lettura della prima bozza, la Rete professioni tecniche si è fermamente opposto all’adozione di questa misura, rappresentando in sede istituzionale tutta la propria preoccupazione in merito alla ricaduta del provvedimento sul mercato edilizio e sul processo di efficientamento energetico ed antisismico che sta interessando il patrimonio immobiliare italiano”. E’ quanto si legge in una nota della Rete delle professioni tecniche (Rpt).
La Rpt “ha investito della problematica tutti i riferimenti politici ed istituzionali che hanno supportato la battaglia sulla proroga del Superbonus 110% vinta da poche settimane con l’approvazione della Legge di Bilancio. Ad essi ha rappresentato, come opportunamente documentato nei precedenti comunicati stampa, il fatto che le modifiche continue ai provvedimenti come il Superbonus 110%, rivelatisi peraltro estremamente efficaci, generano incertezza e confusione tra gli operatori del settore e tra i cittadini beneficiari, con la conseguenza di ridurre fortemente le loro potenzialità.
Quelle relative alla limitazione della cessione del credito rappresentano un ulteriore ostacolo che toglie forza agli incentivi. Inoltre, ha sottolineato come gli strumenti informatici e l’utilizzo delle banche dati e delle informazioni a disposizione dell’Agenzia delle Entrate siano perfettamente in grado di poter verificare tempestivamente tutti i possibili passaggi successivi delle cessioni, anche tra società controllate, evitando così che si commettano abusi, costituendo anche un forte deterrente”, continua la Rete delle professioni tecniche.
Paradossalmente, la stessa relazione tecnica che accompagna il provvedimento del Governo offre sostegno alle tesi dei professionisti tecnici. Essa afferma, infatti, che “la restrizione introdotta appare altresì suscettibile di ridurre in modo significativo – per la sua portata rispetto alla disciplina previgente – le concrete possibilità di accesso al finanziamento degli interventi agevolati, attraverso lo strumento delle cessioni del credito; la qual cosa potrebbe dar luogo a ricadute in ordine all’entità degli investimenti futuri nel settore”.
E sottolinea che gli “effetti positivi stimati potrebbero risentire della forte riduzione introdotta con il provvedimento in commento circa le possibilità di cessione dei crediti di imposta, per cui appare opportuno acquisire la valutazione sul punto”. In conclusione: minori entrate per lo stato, freno alla misura che più di altre sta contribuendo al rilancio economico del Paese, inspiegabile ostacolo all’efficientamento energetico ed all’adeguamento antisismico degli edifici, ostilità ideologica ad una misura a tutto tondo benefica come è il Superbonus 110% che ha da poche settimane ottenuto il via libera per una proroga”, continua la nota della Rpt.
“Queste le principali argomentazioni che abbiamo portato all’incontro tenutosi mercoledì 2 febbraio alle ore 14.30 in una delle sedi del Senato, organizzato dal Presidente della 10a Commissione Industria, Sen. Girotto, proprio sulle novità introdotte dal Decreto Ristori-ter, ed ampiamente condivise da tutte le sigle intervenute. In conclusione, la Rpt ribadisce la necessità di una modifica urgente in materia di cessione del credito ed auspica che il Governo possa farsene carico in un prossimo Dl”, conclude la nota.
La Rpt” ha investito della problematica tutti i riferimenti politici ed istituzionali che hanno supportato la battaglia sulla proroga del Superbonus 110% vinta da poche settimane con l’approvazione della Legge di Bilancio” a cui, si legge, “ha rappresentato il fatto che le modifiche continue ai provvedimenti come il Superbonus 110%, rivelatisi peraltro estremamente efficaci, generano incertezza e confusione tra gli operatori del settore e tra i cittadini beneficiari, con la conseguenza di ridurre fortemente le loro potenzialità” e “quelle relative alla limitazione della cessione del credito rappresentano un ulteriore ostacolo che toglie forza agli incentivi”. Inoltre, va avanti la nota, “gli strumenti informatici e l’utilizzo delle banche dati e delle informazioni a disposizione dell’Agenzia delle Entrate sono perfettamente in grado di poter verificare tempestivamente tutti i possibili passaggi successivi delle cessioni, anche tra società controllate, evitando così che si commettano abusi, costituendo anche un forte deterrente”. I professionisti dell’area tecnica ribadiscono, dunque, “la necessità di una modifica urgente in materia di cessione del credito”, auspicando che “il Governo possa farsene carico in un prossimo decreto”.
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