Reddito di cittadinanza: come cambia dal 1° gennaio 2023
La modifica del reddito di cittadinanza potrebbe riguardare il limite d’età. L’ipotesi del governo è di toglierlo a chi ha meno di 60 anni.
Dal gennaio prossimo è certo che il reddito di cittadinanza cambierà. La presidente Meloni ha sempre chiarito di non voler eliminare la misura ma di modificarla per permettere di lavorare a chi può e sostenere chi non è in grado, invalidi e chi ha minori a carico. Tra le varie ipotesi della modifica del provvedimento voluto dai 5 stelle c’è il limite di età.
“Chi ha tra i 18 e i 59 anni, senza minori a carico, ed è in grado di lavorare perderà l’assegno legato al reddito di cittadinanza, anche se non immediatamente. Lo manterranno, invece, gli invalidi, chi è in difficoltà, chi ha minori a carico senza avere adeguati mezzi di sostentamento”, ha detto il sottosegretario Fazzolari a Porta a Porta. “Ovviamente non sarà fatto immediatamente. Prima della riforma della Naspi l’assegno di disoccupazione era di 6 mesi, questo può essere un tempo congruo”, ha precisato.
“Chi non può lavorare non può essere trattato come chi può. Chi non può lavorare va tutelato anche di più di oggi. Chi può lavorare va incentivato. Per questo ridurremo la platea dei percettori del reddito di cittadinanza” ha precisato il fedelissimo della premier Meloni. FdI vuole introdurre una nuova misura per aiutare i soggetti fragili e impossibilitati a lavorare: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico.
Alla Stampa il sottosegretario del Lavoro Durigon ha detto che “l’obiettivo è spronare i percettori del reddito facendo capire loro che l’obiettivo non può essere incassare questo sussidio a vita ma piuttosto cercare trovare assieme allo Stato un lavoro”. La Lega inoltre ha proposto di togliere il reddito dopo 18 mesi e inserire il percettore in un percorso di politiche attive del lavoro.
Dati i tempi stretti è probabile che la misura non cambierà subito all’inizio del nuovo anno ma sarà spalmata nei primi mesi del 2023.
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