Le due verità della riforma dei Commercialisti
Anc: Sulle norme transitorie della riforma i documenti smentiscono le parole del Presidente de Nuccio..
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Il 21 maggio scorso è stato approvato il regolamento elettorale per il rinnovo degli organi degli Ordini Territoriali e del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, segnando formalmente l’avvio del percorso verso il voto.
Il giorno successivo, sentito da Eutekne.info, il presidente de Nuccio ha dichiarato che nella bozza della riforma dell’ordinamento professionale “non c’è assolutamente nulla” che possa far pensare a una proroga, negando l’esistenza di qualsiasi norma transitoria.
Sono dichiarazioni, tuttavia, in evidente contrasto con quanto invece riporta la bozza ufficiale di riforma, approvata dal Consiglio Nazionale il 19 novembre 2024 e consegnata alla politica, nella quale più volte, e specificamente alla nota 5 correlata all’art. 25 (composizione e elezione del consiglio nazionale) si legge testualmente: “Le disposizioni transitorie, di coordinamento e finali dovranno essere formulate a seconda dell’atto normativo con cui sarà realizzata la riforma dell’Ordinamento professionale.”
Non si tratta, dunque, di “voci infondate” né di “fake news”, ma di un esplicito riferimento contenuto in un atto ufficiale, licenziato dal Consiglio Nazionale, che prevede chiaramente l’elaborazione futura di norme transitorie, comprese quelle che potrebbero incidere su scadenze e durata degli organi in carica.
È legittimo, quindi, chiedersi per quale ragione si sia sentita la necessità di negare ciò che è scritto nei documenti ufficiali presentati alla politica.
E ancor più legittimo è domandarsi se le dichiarazioni pubbliche del Presidente siano state funzionali a rassicurare superficialmente la categoria, a fronte di una realtà che, invece, rimane aperta a manovre regolatorie capaci di incidere anche sul processo elettorale.
È mancata l’ennesima occasione per fornire un’informazione coerente, trasparente e rispettosa delle aspettative e dell’intelligenza degli iscritti, nonché del rispetto delle regole democratiche che non possono convivere con ambiguità, peggio se istituzionali.
Così come non è accettabile la mancanza di trasparenza che ancora permane intorno alla omessa diffusione delle lettere di consenso, asseritamente trasmesse da oltre ottanta Ordini territoriali agli iscritti e, ancor più, all’intero consiglio nazionale.
L’Anc chiede che, senza ulteriori indugi:
– siano rese note le eventuali interlocuzioni formali intercorse tra il Cndcec e il Governo circa l’inserimento di disposizioni transitorie nella riforma dell’ordinamento professionale;
– il Consiglio Nazionale pubblichi le lettere di consenso ricevute dagli Ordini territoriali, chiarendo a quali organi siano state effettivamente sottoposte e con quale processo deliberativo.
Tutte richieste fondate su un principio irrinunciabile: la fiducia si costruisce con la verità, non con la narrazione.
ANC Comunicazione
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