La famiglia Berlusconi scende in campo.
Contro Musk, Google & Co. Prima Marina, poi Pier Silvio: entrambi puntano il dito contro la concorrenza sleale di Big Tech che sta fagocitando il mercato pubblicitario italiano e che colpisce "i livelli occupazionali e i salari dei lavoratori italiani".
In evidenza

La famiglia Berlusconi scende in campo. Non in politica bensì contro i colossi tecnologici, denunciando il loro strapotere e chiedendo una regolamentazione equa per tutti gli operatori. Pier Silvio e Marina Berlusconi alzano la voce contro una concorrenza che definiscono sleale, sottolineando i rischi economici e politici di un mercato senza regole adeguate. Una presa di posizione che viene ribadita in occasione della presentazione dei risultati finanziari di MFE-Mediaset, che mostrano un andamento in crescita.
“Nel 2024 abbiamo raggiunto risultati ottimi, in controtendenza rispetto agli altri broadcaster”, afferma Pier Silvio, amministratore delegato di MFE. I numeri parlano chiaro: l’utile netto si attesta a 251 milioni di euro, in crescita di oltre il 60% rispetto alle stime iniziali. Il risultato operativo adjusted arriva a 370 milioni, mentre il free cash flow segna un aumento del 23%. Inoltre, il livello di indebitamento è ai minimi da dieci anni, una dimostrazione della solidità del gruppo. La crescita del gruppo è evidente in Italia, dove la quota di mercato ha raggiunto il 40,9%, un risultato straordinario in un settore ipercompetitivo. Anche la raccolta pubblicitaria ha registrato un aumento significativo, con un +6,8%, nonostante l’assenza di grandi eventi sportivi come gli Europei e le Olimpiadi. Un avvio promettente anche per il 2025, con la raccolta pubblicitaria di gennaio in aumento dell’1%.
Al di là dei risultati economici, Berlusconi pone l’accento su un tema cruciale: l’asimmetria regolatoria tra media tradizionali e le Big Tech. “Siamo pronti alla sfida europea, ma è arrivato il momento di regole più giuste per tutti. Le big tech e i colossi dello streaming godono di vantaggi che, alla lunga, penalizzeranno non solo il settore dei media, ma tutte le aziende nazionali ed europee”, spiega il CEO di MFE. “Potere finanziario e poche regole, peraltro non rispettate, nel medio e lungo termine rischiano di indebolire l’intera economia, colpendo i livelli occupazionali e i salari dei lavoratori italiani ed europee”. L’appello di Berlusconi arriva in un momento delicato, segnato dall’annuncio di Donald Trump sull’introduzione di tariffe doganali del 25% sui beni europei a partire dal prossimo aprile: una mossa che potrebbe aggravare ulteriormente lo squilibrio economico tra Vecchio Continente e Usa.
Le dichiarazioni dell’amministratore delegato di MFE, inoltre, arrivano a pochi mesi dalla pubblicazione dell’ultima analisi dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), che ha diffuso i dati del Sic, il Sistema Integrato delle Comunicazioni, ovvero il valore complessivo del mercato della comunicazione. I numeri relativi al 2022 delineano uno scenario in continua evoluzione: mentre i media tradizionali subiscono un ridimensionamento, le Big Tech guadagnano terreno. Dopo la Rai, che mantiene la leadership con poco più del 13%, Google scala la classifica e si piazza al secondo posto, raccogliendo l’11% dei profitti del Sic. Un balzo significativo, considerando che negli anni precedenti la sua quota era rimasta a una sola cifra e l’azienda di Mountain View era fuori dal podio. Anche Meta aumenta i propri ricavi, passando dal 6,9% al 7,6% e avvicinandosi a due storici protagonisti dell’industria: Sky e Mediaset, rispettivamente al 9,9% e 9,8%.
Anche Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e Mondadori, è intervenuta sul tema dei colossi della Silicon Valley. In un’intervista rilasciata al Foglio appena dieci giorni fa, ha parlato di “concorrenza sleale”, sottolineando: “Nella storia dell’umanità non si era mai assistito a una simile concentrazione di potere, ricchezza e interessi nelle mani di pochi soggetti. Servono limiti e regole”. Secondo la presidente di Fininvest, la questione non riguarda solo l’economia: “Questi colossi del digitale, infatti, sono riusciti a imporre nella nostra vita di tutti i giorni la dittatura dell’algoritmo, che porta alla massima semplificazione delle opinioni, alla polemica più estrema e alle tesi più radicali. Il tutto con l’obiettivo di generare traffico online, e quindi più incassi, e purtroppo oggi anche di influenzare il modo di pensare della gente. È un meccanismo infernale, che inevitabilmente ha contagiato in profondità anche la politica”.
Alla luce di questi scenari, Pier Silvio Berlusconi lancia un appello all’Ue: “È necessario agire per difendere il mercato europeo e garantire una concorrenza equa. La nostra richiesta non è di essere avvantaggiati, ma semplicemente di non essere svantaggiati rispetto ai giganti del digitale”. Concorda la sorella Marina: “Va riconosciuto che l’Europa e anche l’Italia hanno cominciato a muoversi su questo fronte: mi auguro davvero che ora non si lascino condizionare dalla marcia indietro di Trump, che si è subito ritirato dalla global minimum tax a tutela di Musk & Company”.
di Adalgisa Marrocco su Huffpost
Altre Notizie della sezione

Rafforzato il sostegno alle famiglie di vittime di infortuni mortali sul lavoro
16 Giugno 2025Per il 2025 disponibili 12,48 milioni di euro, con aumenti sugli importi riconosciuti su ogni fascia di nucleo familiare beneficiario.

Una visione futura Davide Trovato nuovo presidente della Cna di Catania
16 Giugno 2025Una visione futura Davide Trovato nuovo presidente della Cna di Catania

Sicurezza sul lavoro, al via gli incontri tecnici al Ministero del Lavoro
16 Giugno 2025Rappresentanze sindacali e datoriali nella sede di via Flavia per l’avvio dei tavoli sulle nuove misure sulla sicurezza. Si procede per temi, a partire da emergenza caldo e appalti.