Friuli. La protesta di 4mila professionisti
Non di soli medici e infermieri si compone la sanità. Ma anche di assistenti sanitari, fisioterapisti, tecnici della prevenzione, perfusionisti, di laboratorio, di radiologia, educatori professionali, dietisti e tanti altri
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Ed è proprio da queste categorie che contano in Friuli Venezia Giulia oltre 4mila professionisti che giunge la protesta per il silenzio delle istituzioni, apparentemente disinteressate a supportare una componente chiave della sanità regionale. Si fa portavoce del malcontento di questi lavoratori la presidente dell’Ordine Tsrm-Psrt delle Province di Gorizia, Pordenone Udine e Trieste, Susanna Agostini, tramite le pagine di Quotidianosanità.it.
La presidente dell’Ordine, che rappresenta 19 professioni sanitarie, ritiene sia “un grave errore tacere su tutti coloro che, anche a spese della propria salute e purtroppo talora anche della propria vita, sono da mesi coinvolti nell’emergenza sanitaria”. “Così non solo si nasconde un pezzo di storia di questa epidemia ma non si tiene neanche conto del danno che si fa a tutti quei professionisti che continuano a osservare come, nel momento in cui una organizzazione decide di manifestare pubblicamente la riconoscenza per l’impegno di lavoro, lo fa in via praticamente esclusiva a medici, infermieri e OSS, e che si sentono sconosciuti o dimenticati”.
La Presidente chiarisce che “Non si tratta di una rivendicazione di visibilità”, ma solamente di “dare il giusto riconoscimento a questi lavoratori, oltre che garantire una migliore tenuta morale e psicologica dei professionisti, permetterà di correggere alcune criticità emerse negli ultimi mesi come l’iniziale esclusione dal fondo di solidarietà per le vittime del Covid, attribuito solo a medici e infermieri ad aprile, o le difficoltà nell’ottenere l’adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale“.
“Anche in questi giorni – conclude la presidente dell’Ordine – sono sotto pressione i dipartimenti di prevenzione e il territorio, e i professionisti delle aree tecnico-sanitaria, della riabilitazione e della prevenzione sono pronti, e in molti casi già impegnati in prima persona, nella riorganizzazione dei servizi per garantire tutte le prestazioni necessarie al completo recupero funzionale e clinico delle persone guarite e a mantenere nel contempo i livelli diagnostici, assistenziali e riabilitativi nei confronti di eventuali nuovi casi”.
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