Re Carlo, la più grande delusione sulla successione al trono
Un libro rivela la grande delusione di Re Carlo per non essere stato coinvolto nella modifica della legge di successione che ha cambiato tutto.
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Re Carlo vivrebbe nella cocente delusione per non essere stato coinvolto nei lavori che hanno portato a modificare la legge di successione al trono. Pare che addirittura si senta “frustrato” per non essere stato interpellato nella discussione, come se la sua opinione non contasse nulla.
Re Carlo, come è stata modificata la legge di successione al trono
Carlo è diventato Re succedendo a sua madre Elisabetta II, essendo il primogenito e maschio. Ma ad essere nata per prima fosse stata sua sorella Anna, lei avrebbe dovuto cedere la Corona al primo fratello maschio. Questo almeno stando alla legge in vigore fino al 2013.
In quell’anno si è apportata una modifica significativa. Il Succession to the Crown Act (2013) ha posto fine al sistema di primogenitura maschile, che dava la precedenza agli uomini nella linea di successione.
La legge ha sostituito la primogenitura maschile con la primogenitura assoluta per i nati dopo il 28 ottobre 2011. Ciò significa che Charlotte, la secondogenita di William e Kate Middleton, rimane davanti al fratello minore, Louis, nella linea di successione. A differenza della Principessa Anna, che è stata superata dai fratelli minori, Andrea e Edoardo.
Re Carlo non è contrario a questa modifica della legge, ma avrebbe voluto essere consultato durante le discussioni che hanno portato a questo cambiamento che si potrebbe definire epocale. A rivelarlo è Valentine Low, autrice del libro Power and the Palace: The Inside Story of the Monarchy and 10 Downing Street.
Che Sua Maestà sia favorevole alla primogenitura assoluta, senza distinzione di genere, nella successione al trono, è evidente anche dal fatto che desiderava tanto una figlia femmina. Infatti, stando alle malelingue, rimase profondamente amareggiato quando seppe che Diana aveva dato alla luce un secondo maschio, ossia Harry, dopo William.
Anche per questo motivo il secondogenito si è sentito sempre frustrato e messo da parte dalla sua famiglia, soprattutto dopo la morte di Diana.
A deludere ulteriormente Carlo ci ha pensato il Palazzo. La Low nel suo libro sostiene infatti che nel momento in cui si decise di mettere mano alla legge di successione, Buckingham Palace diede ferme istruzioni a Whitehall di occuparsi della questione senza coinvolgere la Famiglia Reale, suggerendo che non vi fosse “assolutamente alcun bisogno” di interpellare collaboratori che lavorassero per Carlo o William. Questo perché le modifiche avvenissero nel modo più neutrale possibile.
Nel testo viene affermato che Carlo, risentito per l’esclusione, abbia teso “un’imboscata” a Richard Heaton, segretario permanente del Cabinet Office, facendogli una serie di domande sulla legge. In quel periodo apparve anche un articolo in cui si sosteneva che l’allora Principe di Galles avesse espresso “serie preoccupazioni” riguardo a quelli che temeva fossero “piani affrettati” per modificare la legge che regolava la linea di successione reale.
La Low raccoglie anche testimonianze che descrivono Carlo come “imbarazzato” per la situazione, dato che lui e suo figlio William erano stati totalmente esclusi.
La legge fu approvata dal Parlamento nel 2013, prima della nascita di George, ma per entrare in vigore dovette essere approvata da tutti i Paesi del Commonwealth.
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