Anno: XXVI - Numero 240    
Lunedì 15 Dicembre 2025 ore 13:45
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Al Corvetto un manuale per vivere clandestini e sereni

Un vademecum in 5 lingue per insegnare ai clandestini come non finire in un Cpr.

Al Corvetto un manuale per vivere clandestini e sereni

Delirio antagonista al Corvetto dove nella giornata di ieri i centri sociali hanno cominciato ad affiggere ai muri dei volantini per spiegare agli extracomunitari irregolari come rimanere a vivere tranquillamente nel nostro paese il più a lungo possibile. Una provocazione gravissima in un quartiere dove serpeggia l’odio contro le forze dell’ordine e in troppi hanno contestato l’Ambrogino d’oro al nucleo radiomobile dei carabinieri. Non è un mistero che molti giovani nordafricani residenti nella zona abbiano fatto di Ramy Elgaml- il giovane egiziano morto dopo essere fuggito davanti all’alt delle forze dell’ordine- un simbolo di resistenza contro le istituzioni. Tanto che uno dei volantini è comparso proprio in via dei Cinquecento dove – tra mille polemiche – pochi giorni fa il centro sociale Lambretta aveva deposto una targa in ricordo del giovane nordafricano.

I volantini si presentano in forma piuttosto anonima ma se letti attentamente sono dei veri e propri Pamphlet in cinque lingue (italiano, inglese, francese, arabo e bengalese) nei quali si forniscono istruzioni precise su come beffare lo stato e non finire in quelli che vengono definiti “campi di deportazione”. «In questo periodo la polizia sta portando molte persone che non hanno i documenti nei Cpr o anche direttamente nel loro paese» si avverte all’inizio come se ci trovassimo nel bel mezzo di una caccia all’uomo. Un allarme seguito da una descrizione dettagliata di quello che per gli antagonisti rappresenterebbero i centri di permanenza per il rimpatrio e da una lista di regole ben precise. Alla sezione «se non hai i documenti» si spiega che se le forze dell’ordine ti fermano per strada non bisogna mai dare il passaporto. Ma non solo. Si chiarisce anche che nel caso si deve proprio andare in Questura non lo si deve fare mai da solo ma accompagnato da un avvocato. Massima allerta poi per chi riceveva una convocazione da via Fatebenefratelli con la sigla “III sezione”.

di Alessandro Aspesi Libero.

 

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