Professioni tecniche, decarbonizzazione nelle città
La sfida parte da 'Roma innovation hub', dove vive il 75,5% della popolazione
“La grande partita della decarbonizzazione (con gli obiettivi del 2030 e 2050) e dell’innovazione si giocherà in prevalenza nelle aree urbane, dove vive il 75,5% della popolazione (fra grandi centri 34,3% e città medio-piccole 41,2%)”, ma dove “c’è un patrimonio edilizio mediamente obsoleto, visto che l’84% risale a prima del 1990”.
Se ne è parlato ieri, durante la terza giornata di ‘Roma innovation hub’, la convention delle professioni tecniche (architetti, chimici e fisici, dottori agronomi e forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali e tecnologi alimentari, per un totale di oltre 578.000 iscritti ad Ordini e Collegi).
“Per rendere veramente ‘smart’ le città italiane, e facilitare la transizione ecologica delle aree urbane, serviranno una legge urbanistica adeguata che sappia rispondere ad una maggiore flessibilità degli stili di vita, adeguando le competenze e le tecnologie anche nella Pubblica amministrazione” e ciò, è stato evidenziato dal presidente del presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali, Giovanni Esposito, “partendo dalle risorse del Pnrr destinate proprio alla transizione ecologica, in cui il ruolo dei comuni risulta centrale”. A giudizio del presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali, che insieme alla Rete delle professioni tecniche ha organizzato l’assise capitolina, occorre “cogliere le opportunità di ripresa”, però “dobbiamo essere dentro i processi con proposte precise e capacità di interlocuzione, per far comprendere quanto le competenze tecniche possono essere strategiche nei diversi ambiti della conversione green dell’economia, della sostenibilità e della digitalizzazione”.
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