L’indipendenza della Banca Centrale e lo Stato di diritto
Il 9 giugno 2025 Sergio Nicoletti Altimari, Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, è intervenuto con un’interessantissima relazione presso la Corte costituzionale.
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Il Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, dopo aver precisato come le Banche centrali siano oggi in Europa parte integrante di un sistema che si fonda sullo stato di diritto e come ciò rappresenti una condizione necessaria affinché esse possano esplicare il loro mandato, si è soffermato sulle caratteristiche principali dell’assetto stabilito dalla legislazione europea, per concludere con qualche considerazione sulle prospettive e sui rischi futuri.
I drammatici shock economici degli ultimi due decenni, dalla crisi finanziaria globale alla pandemia e alla crisi energetica, hanno mostrato l’importanza e l’efficacia dell’indipendenza funzionale della BCE e dell’euro sistema che va però completato.
Oggi la BCE agisce in un contesto in cui operano venti diversi Stati, con altrettante diverse politiche economiche, normative, non pienamente armonizzate e mercati finanziari spesso ancora separati da confini nazionali.
La fragilità insita in questa condizione è venuta drammaticamente alla luce a seguito della crisi finanziaria globale e, ancor più, con la crisi dei debiti sovrani, quando la stessa sopravvivenza della moneta comune è stata messa in discussione.
La risposta alla crisi pandemica, con l’adozione del programma Next Generation EU e le misure incisive da parte dell’autorità monetaria, ha mostrato come un’azione coerente di politica fiscale e politica monetaria a livello europeo possa risultare efficacie. Si è trattato però di una situazione una tantum, perché non si sono creati meccanismi permanenti.
L’Europa, ha ammonito il Capo del Dipartimento, necessità di un nuovo modello di sviluppo, di una capacità di bilancio centrale e di un debito comune per finanziare investimenti e innovazione, facilitando così anche l’integrazione del mercato dei capitali.
Serve poi procedere speditamente nell’innovazione digitale.
In un mondo in cui si affacciano nuovi rischi – ad esempio quelli relativi alle criptoattività – prodotti per lo più opachi e volatili, che si prestano ancor più facilmente ad usi illeciti – questa responsabilità delle Banche Centrali assume ancora più valore.
La criptoattività non può essere governata solo con divieti e vincoli normativi ma serve una risposta all’altezza della trasformazione tecnologica in atto, capace di soddisfare la domanda di strumenti digitali di pagamento sicuri, efficienti e accessibili, preservando il ruolo della moneta di Banca Centrale.
Il progetto dell’euro digitale nasce esattamente da questa esigenza, come evidenziato nelle considerazioni finali del Governato nazionale della Banca d’Italia del 30 maggio 2025.
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