Landini fa da solo (di venerdì)
La Cgil sfida il governo, ma resta isolata. Meloni e Salvini ironizzano, gli altri sindacati si sfilano.
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Maurizio Landini sceglie la via solitaria dello sciopero generale. La Cgil sarà in piazza venerdì 12 dicembre per protestare contro una manovra economica che il segretario definisce “sbagliata, ingiusta e da cambiare”. Un appuntamento carico di simboli e tensione politica, ma anche di isolamento: Uil e Cisl non ci saranno, e persino l’Usb ha deciso di chiamarsi fuori, rivendicando un proprio sciopero già fissato per il 28 novembre.
Da Firenze, davanti all’assemblea dei delegati, Landini lancia un appello ai lavoratori: “Il 12 dicembre riempiamo le piazze di tutto il Paese. Dimostriamo che chi tiene in piedi l’Italia con il proprio lavoro vuole essere ascoltato”. Parole che puntano al cuore della questione salariale. “La prima emergenza è il salario – ribadisce –. Bisogna aumentarlo, e questa manovra non lo fa”. La Cgil chiede più risorse per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, una detassazione estesa a tutti i lavoratori senza limiti di reddito e la restituzione del fiscal drag, che avrebbe fatto pagare “25 miliardi in più di tasse” a lavoratori e pensionati.
Ma il segretario va oltre e rilancia la proposta di un “contributo di solidarietà” sui grandi patrimoni: “L’1% dei cittadini italiani, circa 500.000 persone, possiede oltre 2 milioni di euro. Basterebbe un prelievo dell’1% per raccogliere 26 miliardi da investire in sanità, scuola e aumenti salariali”. Una misura che divide la politica e che il governo giudica “ideologica”.
La risposta di Palazzo Chigi arriva con l’ironia del premier Giorgia Meloni, che commenta: “In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?”. Il riferimento al venerdì, giorno ideale per un “ponte” lungo, viene ripreso anche da Matteo Salvini, che invita Landini “per una volta a rinunciare al weekend e a scioperare in un altro giorno”. Dalla parte del segretario, invece, Pd e Movimento 5 Stelle, che difendono il diritto dei lavoratori a scioperare e ricordano che chi lo fa perde una parte dello stipendio. “Difficile parlare di weekend lungo senza soldi”, replica ironico Arturo Scotto del Pd, mentre il pentastellato Francesco Silvestri punge il Parlamento: “L’ultima volta che si è lavorato di venerdì, era premier Giuseppe Conte”.
Non mancano le critiche dal fronte di governo. Forza Italia accusa la Cgil di voler “bloccare il Paese” e di “usare la rappresentanza come veicolo di scontro sociale”. Landini ribatte a tono: “Chi sciopera rinuncia al salario e paga le tasse. Merita rispetto, non sarcasmo”.
Intanto, le altre sigle prendono strade diverse. La Cisl ha convocato una manifestazione a Roma il 13 dicembre, puntando su un “Patto di responsabilità” con il governo per affrontare le sfide economiche “con un approccio riformista e solidale”. La Uil, invece, si riunirà martedì 11 novembre per decidere le proprie iniziative: probabile una manifestazione di sabato, ma non uno sciopero generale. La Usb, dal canto suo, rivendica la propria autonomia: “Il nostro sciopero è il 28 novembre, quello del 12 è solo della Cgil”, dichiara Guido Lutrario.
Alla fine, il 12 dicembre sarà la giornata di Landini, solo contro tutti. Una prova di forza per la Cgil, che punta a far sentire la voce del lavoro dipendente in un contesto politico sempre più polarizzato. Ma anche un banco di prova per capire se la storica macchina del sindacato rosso riesce ancora a mobilitare il Paese da sola.
Il governo osserva, tra ironia e prudenza: se la piazza sarà piena, l’effetto si farà sentire; se resterà mezza vuota, il venerdì di sciopero rischierà di sembrare soltanto un lungo weekend sprecato.
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