Divieto di licenziamento: l'aspettativa non retribuita va richiesta dal lavoratore
L’approfondimento della Fondazione Studi fa chiarezza sulle criticità insorte nella gestione dei dipendenti in esubero
In evidenza

Sempre più diffusamente viene affrontato il problema della gestione del rapporto di lavoro a fronte delle conseguenze della crisi pandemica, situazione di certo non agevolata dalle iniezioni di rigidità introdotte dal governo con il blocco incondizionato dei licenziamenti per ragioni economiche e l’altrettanto rigorosa proroga, automatica, dei contratti a tempo determinato. Una delle soluzioni che viene sempre più spesso suggerita è quella della “collocazione” dei lavoratori in aspettativa non retribuita. Ma è davvero una strada percorribile? Nell’approfondimento del 6 agosto 2020, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro analizza le ragioni per cui in realtà questa soluzione non può essere considerata soddisfacente, perché l’aspettativa muove dal presupposto che siano i lavoratori a poter richiedere tale diritto nei limiti della individuazione operata dalla legge o dal contratto collettivo applicato e non per contro il datore a “collocare” i dipendenti in questo status. Inoltre, il documento riporta una serie di riflessioni sui casi in cui tale canale venga perseguito con una sorta di moral suasion da parte del datore di lavoro o, in senso lato, con accordo sindacale.
Altre Notizie della sezione

Sondaggio politico, Fratelli d’Italia cresce con Pd e M5S
15 Luglio 2025Il rilevamento Swg con le intenzioni di voto ieri.

Sondaggi politici, tonfo di Meloni che perde oltre 1 punto mentre Conte avanza
14 Luglio 2025I sondaggi elettorali mostrano come FdI abbia perso il -1,2%, calando al 29,1. Cosa c'è dietro una così netta perdita di consenso .

I sondaggi politici del Termometro Politico al 10 luglio 2025
10 Luglio 2025Il "caso" Forza Italia, la tenuta del Centrodestra e lo stallo del Pd. Cala M5s, bene FdI.