Crisi d’impresa, cosa cambia con il D.L. n. 118/2021
Nell’approfondimento di Fondazione Studi Cno i chiarimenti sul rinvio dell’entrata in vigore del Codice della crisi e sul ruolo del Consulente del Lavoro.
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A fronte della necessità di fornire nuovi ed efficaci strumenti per fronteggiare le difficoltà delle imprese, il decreto legge 24 agosto 2021 n.118 introduce misure urgenti in materia di crisi e di risanamento aziendale. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 202/2021 del decreto ha suscitato, però l’insorgere di alcuni dubbi e perplessità che Fondazione Studi ha chiarito nell’approfondimento “Crisi d’impresa, cosa cambia con il D.L. n.118/2021”, redatto dall’esperto dell’ente Massimo Braghin. Tra le novità introdotte vi è il rinvio al 16 maggio 2022 dell’entrata in vigore del Codice della crisi e l’introduzione dell’istituto della “composizione negoziata della crisi”, ovvero uno strumento di ausilio alle imprese basato su un percorso volontario ed extragiudiziale, supportato dall’esperto e caratterizzato dalla riservatezza.
Nel documento, inoltre, si ricorda che il decreto in questione non incide in alcun modo sull’Albo dei gestori della crisi se non per il fatto che lo spostamento dell’entrata in vigore del Codice della crisi alla primavera 2022 fa slittare l’attivazione dell’Albo all’indomani dell’emanazione del decreto attuativo del Ministro della Giustizia. Per iscriversi all’Albo nazionale dei gestori – come ricordato nella nota del Direttore del corso di perfezionamento organizzato da Fondazione Studi con Uniroma 5, Andrea Azzaro – è necessario aver conseguito il titolo di perfezionamento del Corso universitario in Crisi d’impresa che abiliterà i soggetti iscritti a svolgere le funzioni di curatore, commissario giudiziale o liquidatore.
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