I Giovani commercialisti chiedono chiarezza su controlli, responsabilità e compensi revisori
L’Ungdcec critica il DPCM sui contributi pubblici: compiti ampliati ai revisori, maggiori rischi professionali e nessun adeguamento dei compensi.
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“L’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili esprime perplessità sul DPCM in corso di pubblicazione che attua l’articolo 1, comma 857, della legge 207/2024 e che disciplina i controlli sull’utilizzo dei contributi statali di importo rilevante, ossia superiori a 1 milione di euro annuo o, se minori, pari almeno al 50 per cento delle entrate o del valore della produzione quando destinati a progetti di interesse pubblico”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione, chiedendo che “nel testo definitivo del DPCM venga precisato che i controlli dei sindaci e dei revisori debbano restare nel perimetro previsto dalla legge e che venga introdotto l’obbligo di adeguare i compensi”.
Il decreto affida infatti a sindaci e revisori il compito di verificare che le somme siano utilizzate secondo le finalità previste e che i progetti siano realizzati, con obbligo di trasmissione al Ministero dell’Economia e delle Finanze di una relazione annuale entro il 30 aprile dell’anno successivo. La disciplina si applicherà ai contributi percepiti dal 1° gennaio 2025. Gli enti privi di organo di controllo dovranno nominarlo, anche monocratico, eventualmente modificando lo statuto, oppure rinunciare al contributo.
“Crediamo che il provvedimento trasferisca su professionisti un’attività che dovrebbe restare in capo all’amministrazione erogante o a organismi pubblici di vigilanza”, sottolineano Michela Boidi, consigliera di Giunta Ungdcec, e Serena Giannuzzi, probovira Ungdcec. “A sindaci e revisori verrebbe richiesto di andare oltre il controllo di legalità previsto dall’articolo 2403 c.c. e quello contabile di cui al D.Lgs. 39/2010, fino a una valutazione di merito sull’efficacia dei progetti. Ciò comporterebbe una evidente estensione delle responsabilità, peraltro dopo il recente intervento sull’articolo 2407 c.c., con inevitabili riflessi sui costi assicurativi”.
Resta inoltre non affrontato, secondo il presidente dei Giovani commercialisti, il tema dei compensi. “L’Unione aveva già chiesto una disposizione che consentisse all’assemblea di adeguare i compensi degli organi di controllo in presenza di nuovi obblighi e maggiori rischi, così da mantenere coerenza tra incarico, attività svolta e responsabilità assunte”.
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