Anno: XXV - Numero 72    
Venerdì 26 Aprile 2024 ore 13:00
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Medici specializzandi in piazza, 'ci ascoltino o smettiamo di lavorare'

Oggi a Roma protesta vicino al Mur, 'pronti a giornate di assenza per dimostrare che senza di noi il sistema collassa'

Medici specializzandi in piazza, 'ci ascoltino o smettiamo di lavorare'

Protesta dei medici specializzandi il 25 settembre a Roma, per chiedere “dignità lavorativa, retributiva e formativa”. I camici bianchi di Anaao Giovani, Associazione liberi specializzandi (Als) e Giovani medici d’Italia (Gmi) manifesteranno oggi alle 11 in piazza Bernardino da Feltre, nei pressi del ministero dell’Università. “Siamo pronti a incontrare il ministro Bernini e i funzionari ministeriali – spiegano i giovani medici – per iniziare un franco e serrato confronto a seguito dei molteplici dinieghi su tutte le nostre richieste”. E “in mancanza di una reale e fattiva volontà di confronto”, avvertono, “siamo pronti a organizzare manifestazioni in tutte le Facoltà italiane e diverse giornate di assenza di tutti gli specializzandi dai reparti, dimostrando che senza di loro migliaia di reparti universitari collasserebbero perché noi specializzandi, contrariamente a quanto stabilito dalla legge, sostituiamo integralmente il personale medico di ruolo”.

La manifestazione – spiegano i promotori in una nota – è la prima di una serie di iniziative volte a sensibilizzare il mondo politico, accademico e civile sulle tante criticità di un’intera generazione di giovani medici e a proporre soluzioni adeguate a un tema, quello della formazione degli specialisti del domani e della conseguente erogazione delle cure, che coinvolge 60 milioni di italiani.

I giovani medici chiedono “di aprire una fase riformatrice che archivi l’attuale inquadramento del medico specializzando, fermo al 1999 e lontano anni luce da tutti i suoi colleghi europei; di inquadrare il medico specializzando come un professionista che si forma anche e soprattutto nei cosiddetti Learning Hospital (ospedali d’insegnamento non universitari)”, in modo che gli specializzandi possano operare “non solo ammassati in pochi reparti universitari con un rapporto tra giovani medici e posti letto di 10 a 1”, e “con la certificazione delle loro competenze come avviene per i dirigenti medici e non attraverso un esame di passaggio annuo che molte volte viene utilizzato come ‘spada di Damocle; di pubblicare in relazione all’attuale concorso di specializzazione i questionari anonimi di valutazione suddivisi per singola specialità”.

La Gazzetta del Mezzogiorno

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