I giovani laureati scappano dall’italia
Il Sole 24 Ore di oggi ha diffuso il rapporto CNEL 2025 “L’attrattività dell’Italia per i giovani”.
In evidenza
Si tratta di un report di 79 pagine che la politica dovrebbe leggere per correre ai ripari prima che sia troppo tardi perché all’inverno demografico, all’aumento dell’età probabile al pensionamento, si deve registrare la fuga dei giovani dal nostro Paese.
Fra il 2023 e il 2024 quasi 109.000 giovani italiani di 18-34 anni residenti nelle regioni del Mezzogiorno hanno scelto di trasferirsi al Centro – Nord, in aumento del 2% rispetto al biennio precedente. In direzione opposta, poco meno di 33.000 giovani provenienti dalle Regioni centro settentrionali si sono stabiliti nel Mezzogiorno, determinando così un saldo migratorio a favore del Centro – Nord di circa 76.000 unità.
I flussi in uscita dal Mezzogiorno provengono soprattutto da Campania (29,2%), Sicilia (24,8%) e Puglia (19,9%).
L’emigrazione dei giovani italiani è proseguita nel corso del 2024 con passo accelerato, il numero di cancellazioni per l’esterno è salito a quasi 78.000 18-34enni, livello massimo da quando, nel 2011, il fenomeno ha iniziato ad acquisire dimensioni significative.
Nel contempo le iscrizioni dall’esterno, ossia i giovani italiani che hanno spostato la residenza in un Comune d’Italia, sono leggermente calate nel 2024: 16.833 da 17.701.
Uno dei tratti che caratterizzano la nuova ondata di emigrazione dei giovani italiani è l’alto grado di istruzione.
Nei 14 anni, 2011 – 2024, il 28% dei giovani se ne sono andati senza diploma, il 38% con diploma e il 33% con laurea.
Nel periodo 2011 – 2024 il valore complessivo del capitale umano uscito dall’Italia viene stimato in 159,5 miliardi di euro, cosicché l’Italia subisce un’uscita annua di 16 miliardi di euro in capitale.
Il Mezzogiorno sussidia il nord con 148 miliardi in capitale umano.
L’emigrazione dei giovani italiani rappresenta, quindi, un’emergenza sia dal punto di vista sociale che economico.
Sociale, perché si stanno perdendo talenti, idee, relazioni, vitalità, voglia di costruire il miglior futuro possibile e soprattutto persone.
Economico, perché l’onda di emigrazione peggiora la già fragile demografia italiana, con una popolazione sempre più anziana e coorti in ingresso nel mercato del lavoro sempre più assottigliate, con gravi conseguenze sia per la crescita potenziale della nostra economia, sia per la sostenibilità del welfare e della finanza pubblica. Soprattutto perché ai flussi in uscita dei giovani italiani non corrispondono flussi di dimensioni comparabili di giovani degli altri paesi avanzati.
C’è, quindi, una questione di attrattività dell’Italia per i giovani cittadini nati e cresciuti in sistemi valoriali, economici, sociali più avanti nella strada dello sviluppo civile.
Notizie Correlate
Welfare autonomi, il Ministero punta sui giovani
08 Agosto 2025Da settembre AppLI e Siisl anche per i professionisti: al tavolo con il Cnel focus su politiche attive, formazione e sostegno al ddl sul welfare degli indipendenti.
Giovani professionisti, sit-in di protesta l’8 luglio
06 Luglio 2020Dinanzi a Montecitorio, 'male esclusione risorse fondo perduto'
Giovani professionisti, stop al pagamento delle imposte 2020
11 Maggio 2020Idee di notai, avvocati e dottori commercialisti under45
