Confprofessioni, avanti con la legge, dell’Equo compenso con modifiche
Il provvedimento in stallo alla Camera per 'nodi' copertura
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“L’auspicio di Confprofessioni è che la legge sull’equo compenso vada avanti, ma certamente devono esser fatti dei correttivi”, perché il testo “non è proprio in linea con le aspettative dei professionisti, perché si danno delle regole troppo stringenti, sia per quello che riguarda l’applicazione, sia per quello che riguarda anche le eventuali sanzioni” comminate, in caso di mancata osservanza delle norme sulla giusta remunerazione. A pensarla così il presidente della Confederazione Gaetano Stella che, a margine dell’intervento di questa mattina alla presentazione del Rapporto Welfare Index Pmi di Generali, a Roma, ha affrontato il tema della legge (a firma della leader di FdI Giorgia Meloni, nel quale sono confluite le iniziative di altri deputati del centrodestra, ndr), il cui percorso verso il voto in Aula, alla Camera, è stato bloccato, alla fine di luglio, dopo il parere negativo della Commissione Bilancio, a causa dell’assenza di adeguata copertura finanziaria.
“Ritengo – prosegue – che si possa trovare una mediazione, togliendo il ruolo troppo allargato pronto per la prossima protratto è allargato da parte dei Consigli nazionali degli Ordini professionali”, i quali “penso che non abbiano alcun interesse a vigilare in maniera così pressante sull’applicazione dell’equo compenso compenso” che, chiude Stella, “deve esser per i professionisti un’opportunità, perché il loro lavoro sia riconosciuto soprattutto dai committenti forti e dalla Pubblica amministrazione”.
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