Anno: XXVI - Numero 121    
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Il consiglio nazionale dei Commercialisti premia le donne

Sono il 34% degli iscritti all'Albo. Cala il gender gap.

Il consiglio nazionale dei Commercialisti premia le donne

Dal 2008 ad oggi, lungo un arco di 17 anni che ha caratterizzato la vita dell’Albo unico dei dottori e dei ragionieri commercialisti, le donne hanno conquistato sempre maggiore spazio nella categoria. Oggi rappresentano il 34% degli iscritti all’Albo, un incremento importante rispetto al 28% del 2008, con una tendenza crescente che non sembra destinata a fermarsi e che punta ad allinearsi alla media generale delle libere professioniste italiane pari al 35% (Rapporto Confprofessioni 2024). Sulla base degli ultimi dati reddituali (Rapporto annuale FNC Ricerca), il gender pay gap delle donne commercialiste è pari al 43%, in calo rispetto al 44% del 2008 e significativamente più basso rispetto alla media Adepp di tutte le casse previdenziali dei liberi professionisti che è pari al 47%. Sono dati forniti dalla Fondazione nazionale di ricerca della categoria.

In questo scenario, il Cndcec (Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili) ha dato ancora maggiore spazio alle donne nella rappresentanza di categoria. In particolare, l’attenzione prestata alle donne da parte del Cndcec è oggi superiore a quella di analoghi Ordini professionali ed è anche significativamente più elevata rispetto a quella degli Ordini territoriali più grandi della categoria.

Pur avendo la percentuale di donne più bassa tra gli iscritti all’Albo, il Cndcec ha la quota di donne più elevata negli organi di categoria (Consigli nazionali, Collegio dei revisori, società partecipate al 100%, Fondazioni) rispetto alle altre professioni economico-giuridiche con uno scarto positivo di cinque punti percentuali.

Inoltre, la quota di donne negli organi nazionali della categoria (Consiglio, collegio dei revisori, Comitato pari opportunità, Consiglio di disciplina e Fondazioni) è più elevata di quella risultante dagli organi dei primi cinque Ordini territoriali dei commercialisti e cioè Milano, Roma, Napoli, Torino e Bari, che pure presentano quote molto elevate con scarti tutti positivi con l’unica eccezione dell’ordine di Torino (con uno scarto negativo del -6,9%).

Questo risultato è del tutto nuovo, dal momento che la presenza delle donne negli organi nazionali della categoria dei Commercialisti è cresciuta esponenzialmente in occasione dell’attuale consiliatura, andando oltre le novità normative intervenute in materia di parità di genere. Infatti, la quota di donne nel 2021, un anno prima che si insidiasse l’attuale Consiglio nazionale, la presenza delle donne non superava il 13% del totale di tutte le cariche presenti negli organi di vertice comprese le società partecipate al 100% e gli enti controllati.

Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio “questi dati offrono uno spunto di riflessione che va ben oltre la semplice contabilità delle percentuali. Questo Consiglio nazionale non si è limitato a dichiarare principi, ma li ha messi in pratica con determinazione e coerenza, con risultati che non possono essere archiviati sotto la voce “coincidenze”. Si tratta, piuttosto, della dimostrazione concreta di una volontà politica precisa, di un impegno che ha saputo tradursi in scelte operative. Non si tratta di un maquillage numerico, ma di un cambio di passo culturale, che è la migliore risposta alle polemiche pretestuose che su questo tema si sono avute in queste settimane all’interno della categoria”. Per de Nuccio, il Consiglio nazionale “non si è limitato a parlare di donne: ha dato loro spazio reale, ha valorizzato competenze, ha aperto porte che per anni erano rimaste socchiuse. E lo ha fatto in modo trasparente, senza clamori, ma con un risultato evidente”. “Questo non significa”, aggiunge, “che la strada sia conclusa — il gender pay gap resta significativo, e in molti territori la parità è ancora un obiettivo lontano. Ma il dato nazionale è un segnale incoraggiante, che dimostra come il cambiamento sia possibile se accompagnato da volontà, visione e azione”.

“Sarebbe auspicabile che chi oggi si indigna pubblicamente per le disuguaglianze iniziasse a correggerle innanzitutto nei propri contesti, senza aspettare il prossimo report per “aggiustare il tiro”. La parità di genere non si conquista con le parole, ma con le scelte”, conclude.

Tabella 1. Quota donne Ordini nazionali economico-giuridico*

ORDINE

% CARICHE

% ISCRITTI

SCARTO

CNDCEC

39%

34%

5%

CDL

35%

47%

-12%

CNF

25%

47%

-22%

NOTARIATO

16%

37%

-21%

*Quota di donne presenti negli organismi di governo e di controllo degli enti e delle società partecipate al 100% come risultano dalla sezione “Amministrazione trasparente” dei rispettivi siti web il 17/06/2025. Sono esclusi gli organi monocratici.

NOTA: Per rendere omogeneo il confronto è stato escluso il cpo.

 Tabella 2. Quota donne CNDCEC e primi 5 ODCEC*

ORDINE

% CARICHE

% ISCRITTI

SCARTO

CNDCEC

52,6%

34,0%

18,6%

BARI

52,5%

29,2%

23,3%

ROMA

45,5%

31,4%

14,1%

MILANO

49,2%

32,7%

16,5%

NAPOLI

32,1%

23,5%

8,6%

TORINO

36,2%

43,1%

-6,9%

*Quota di donne presenti negli organismi di categoria (consigli, revisori, Cpo, disciplina e fondazioni).

NOTA: Per rendere omogeneo il confronto non sono state considerate le società partecipate.

 

 Ufficio Stampa e Comunicazione Consiglio Nazionale Commercialisti

 

 

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