Crolla il mercato dei servizi di Ingegneria e Architettura
È quanto si evince dalla pubblicazione del consueto rapporto del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
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I primi quattro mesi del 2025 fanno registrare un calo vistoso del mercato dei servizi di ingegneria e architettura. Dopo alcuni anni di andamento altalenante, ma comunque particolarmente brillante in termini di bandi di gara pubblicati e importi posti a base d’asta, nel primo terzo dell’anno si assiste al quasi dimezzamento delle somme poste a base d’asta, se si prende come riferimento lo stesso periodo del 2024. Se ci si limita alle sole gare di progettazione ed altri servizi (escludendo quindi gli accordi quadro, i concorsi, i servizi ICT e le gare con esecuzione), nel periodo gennaio-aprile 2025 le stazioni appaltanti hanno pubblicato gare per un importo a base d’asta complessivo pari a 159,4 milioni di euro, circa 136 milioni di euro in meno (- 46%).
“Tramontata la fase espansiva garantita dalle misure del PNRR e dai diversi bonus introdotti nel settore edile per arginare la contrazione del mercato dovuta alla crisi pandemica del 2020 – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del Cni – il mercato dei servizi di ingegneria e architettura sta rientrando in un alveo più ordinario. Se è vero che il divario rispetto al primo quadrimestre del 2024 è apparso già con una certa evidenza nel mese di gennaio, ci aspettiamo che continui ad accentuarsi nei rimanenti mesi dell’anno. Chiaramente siamo di fronte ad uno scenario nuovo che desta la nostra preoccupazione. Anche per questo motivo, il Consiglio Nazionale continuerà ad insistere sulla necessità di valorizzare nella maniera più efficace possibile il lavoro degli ingegneri, anche attraverso una battaglia, come quella per l’applicazione reale ed effettiva dell’Equo compenso, che va condotta con immutata determinazione. Il lavoro del progettista non solo attinge a competenze e professionalità di alto livello ma comporta una serie di responsabilità e per questo non può essere svilito”.
“Il quasi dimezzamento degli importi a base di gare – commenta Marco Ghionna, Presidente del centro Studi CNI – fotografa un esito che avevamo già previsto in maniera predittiva osservando il trend di costrizione dell’effetto PNRR. Siamo in una condizione che rischia di mettere in grave difficoltà soprattutto i liberi professionisti che sugli importi superiori a 215 mila euro tendono a sparire e contemporaneamente negli importi superiori a 140 mila euro riducono fortemente il loro potere contrattuale. L’effetto invece dell’Equo Compenso riesce a ridurre i ribassi massimi di circa 10 punti percentuali rispetto all’anno precedente e la media dei ribassi si attesta attorno il 22,5, che sono dati accettabili. Questo vuol dire che bisogna lavorare molto per trovare soluzioni che salvaguardino la capacità di contrazione dei liberi professionisti mentre ormai si può guardare con fiducia l’azione efficace dell’equo compenso”.
Va sottolineato come in questo spicchio del 2025 cali sensibilmente la quota di importi riservata ai servizi di ingegneria “tipici” (28,8%, quasi la metà rispetto al 52,3% registrato l’anno scorso), mentre, al contrario, aumentano sensibilmente gli importi riservati ai servizi di ingegneria con esecuzione che nel periodo gennaio-aprile 2025 hanno raggiunto il 65,2% grazie soprattutto agli appalti integrati. La quota maggiore delle gare pubblicate (oltre il 70,7 %) presenta un importo a base d’asta inferiore a 140mila euro, solo il 6,7% ha un importo compreso tra 140mila e 215mila euro, mentre le gare con importo a base d’asta maggiore a 215mila euro superano di poco il 22%.
Per quanto riguarda le aggiudicazioni, nel periodo in esame diminuisce l’importo medio di aggiudicazione delle gare assegnate ai liberi professionisti, mentre si assiste ad un incremento degli importi medi di aggiudicazione per le società, le RTI/ATI miste (ossia quelle composte da società e liberi professionisti) e per i consorzi. I liberi professionisti riescono ad aggiudicarsi solo il 20% delle gare per servizi di ingegneria (senza esecuzione) ed appena il 2,9% degli importi totali (circa la metà rispetto allo stesso periodo del 2024). Come sempre le società hanno la meglio in entrambe le distribuzioni, aggiudicandosi l’87,6% degli importi.
In compenso, i liberi professionisti vedono aumentare notevolmente le possibilità di successo nelle gare con importo inferiore a 140mila euro, tanto da essere riusciti ad aggiudicarsi circa il 60% delle gare e ben il 52,2% degli importi. Quote che per i liberi professionisti tendono a ridursi con l’aumentare degli importi a base d’asta fino a raggiungere appena il 3,6% delle gare aggiudicate con importo a base d’asta maggiore di 215mila euro e l’1,2% dei loro importi.
L’ultimo dati riguarda i ribassi. Rispetto al primo quadrimestre del 2024, si rileva un lieve aumento per quanto riguarda i ribassi medi (22,5% nel 2025 contro 21,1% dell’anno scorso), mentre il ribasso massimo diminuisce di oltre 10 punti percentuali, fermandosi al 75%.
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