Anno: XXV - Numero 80    
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Crollo degli artigiani in Italia

Lo sottolinea la Cgia, sulla base degli ultimi dati resi disponibili dall'Inps

Crollo degli artigiani in Italia

Lo sottolinea la Cgia, sulla base degli ultimi

Continua a diminuire il numero degli artigiani presenti in Italia. Dal 2012 sono scesi di quasi 325 mila unità (-17,4 per cento) e in questi ultimi 10 anni solo nel 2021 la platea complessiva è aumentata, seppur di poco, rispetto all’anno precedente. Lo sottolinea la Cgia, sulla base degli ultimi dati resi disponibili dall’Inps, nel 2022 contavamo 1.542.299 artigiani.

Non solo i giovani sono sempre meno interessati a lavorare in questo settore, ma anche chi ha esercitato la professione per tanti anni e non ha ancora raggiunto l’età anagrafica e/o maturato gli anni di contribuzione per beneficiare della pensione spesso preferisce chiudere. E senza botteghe si estinguono le imprese familiari: sempre meno i calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e Tv, sarti, tappezzieri, etc.

Per contro, invece, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione sono quelli del benessere e dell’informatica. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media.

A causa delle saracinesche abbassate le città sono più insicure. Basta osservare con attenzione i quartieri di periferia e i centri storici per accorgersi che sono tantissime le insegne che sono state rimosse e altrettante sono le vetrine non più allestite, perennemente sporche e con le saracinesche abbassate. Sono un segnale inequivocabile del peggioramento della qualità della vita di molte realtà urbane.

Le cause del crollo vanno cercate nel forte aumento dell’età media, a causa di un insufficiente ricambio generazionale, la feroce concorrenza esercitata dalla grande distribuzione e in questi ultimi anni anche dal commercio elettronico, il boom del costo degli affitti e delle tasse nazionali/locali hanno spinto molti artigiani a gettare la spugna.

Adnkronos

dati resi disponibili dall’Inps

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