Troppi giovani abbandonano gli studi.
L’allarme lanciato nel corso del Cnpr forum dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili “Scuola, istruzioni per crescere”.
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“Il governo Meloni considera scuola, università e formazione un pilastro dell’agenda politica. Il divario con l’Ue sui laureati, segnalato dall’Ocse, impone un impegno maggiore. In tre anni sono stati stanziati oltre 9 miliardi per l’università e oltre 40 milioni per i campus tecnologici. Colmare il gap richiederà tempo, ma la direzione è chiara: investire nell’istruzione è la chiave per sviluppo, crescita e coesione sociale”.
Lo ha dichiarato Guerino Testa (FdI), segretario della commissione Finanze a Montecitorio, nel corso del Cnpr forum “Scuola, istruzioni per crescere”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“I dati Ocse -ha sottolineato Ylenia Zambito, senatrice del Pd in Commissione Affari sociali e Lavoro a Palazzo Madama – mostrano la fragilità del sistema italiano: solo un quinto degli adulti è laureato, frenando innovazione e crescita. Servono investimenti stabili in istruzione e ricerca, scuole moderne, università accessibili e borse di studio più forti. Centrale anche ridurre il divario sociale, perché il futuro dei giovani non sia determinato dal reddito familiare, ma da pari opportunità e competenze”.
Preparare i giovani al mercato del lavoro è prioritario per Alessandro Colucci (Noi Moderati), segretario di Presidenza della Camera: “I dati Ocse mostrano un freno a crescita e innovazione: molti giovani abbandonano gli studi perché senza prospettive, mentre il peso dell’istruzione ricade su famiglie e studenti. Le istituzioni devono creare una filiera formativa moderna e collegata al lavoro. In questa direzione va la riforma Filiera Tecnico Professionale 4.2, che riduce a quattro anni la scuola secondaria e prevede un biennio negli ITS Academy, per formare figure specializzate con competenze tecniche, soft skills ed esperienze in azienda”.
Secondo Rosaria Tassinari, deputata di Forza Italia in Commissione Cultura e Istruzione: “I dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico confermano la necessità di colmare il gap formativo con investimenti mirati. Tassinari ha ricordato l’impegno del governo Meloni e del ministro Bernini: per il 2024-2025 stanziati 880 milioni per borse di studio, finanziate da PNRR e Stato, a sostegno degli studenti economicamente fragili. L’obiettivo è garantire accesso diffuso all’università e ridurre le disuguaglianze, con effetti significativi nel prossimo futuro”.
Nel corso del dibattito moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bari: “Secondo il rapporto Ocse la media dei laureati sfiora il 41%, nell’UE al 35% in Italia non arriva al 21%. Questi numeri hanno un peso determinante per la crescita dell’Italia. Occorrono misure urgenti e consistenti per colmare queste differenze che rischiano di pesare come un macigno sul futuro del nostro Paese. Investire nel capitale umano non solo è un dovere ma è anche una necessità se davvero vogliamo restare al passo con gli altri Paesi in termini di innovazione e sviluppo tecnologico”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “Il basso numero di laureati in Italia è un problema strutturale che ci pone lontani dalla media Ue e dall’obiettivo del 45% entro il 2030. Le cause sono molteplici: fuga di cervelli, carenze di orientamento, disallineamento tra istruzione e mercato del lavoro. La scarsità di competenze spinge i giovani all’estero, attratti da migliori opportunità. Serve incentivare la formazione per favorire l’ingresso nel lavoro e ridurre disuguaglianze di ricchezza, genere e accesso ai servizi con programmi capaci di colmare i divari”.
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