Minniti, l’ultima volta che abbiamo fatto sul serio
L’unico vero crollo degli sbarchi l’ha fatto Minniti. Da allora governi di destra e sinistra vivono di slogan, mentre i rimpatri restano una barzelletta.
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Il Ferragosto del Viminale snocciola numeri: oltre 60mila richieste di asilo esaminate, più di 43mila respinte, sbarchi in lieve crescita e 40mila partenze “fermate”. Bene, applausi. Peccato che il calo più grande della storia recente non sia merito di chi oggi fa dirette Facebook o proclami da balcone, ma di Marco Minniti, ministro del Pd, che nel 2017–2018, con accordi veri e lavoro sporco, ridusse gli arrivi di oltre l’80%.
Da allora, un teatrino bipartisan: destra e sinistra a contendersi il titolo di “più duro” sull’immigrazione, senza toccare il nodo vero — i rimpatri. Perché riportare a casa chi non ha diritto di restare costa soldi, richiede accordi bilaterali, diplomazia, pazienza. Non basta un hashtag o una conferenza stampa.
Nel frattempo, il dibattito si alimenta della memoria corta dell’elettore medio e della sua voglia di sentirsi dire che “stavolta la musica cambia”. La musica invece è sempre la stessa: poche espulsioni, molti proclami, e un’estate ogni anno a scoprire che il mare è ancora lì.
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