Anno: XXVI - Numero 154    
Mercoledì 6 Agosto 2025 ore 13:45
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L’Europa appoggia il decreto Paesi Sicuri

Sembra così concludersi la vicenda che ha visto scontrarsi il governo italiano e i magistrati.

L’Europa appoggia il decreto Paesi Sicuri

Lussemburgo insomma decreta la legittimità dei decreti del governo Meloni.

La sentenza definitiva è ancora lontana ed è prevista per l’inizio dell’estate 2025, ma la strada intrapresa appare quella della libertà di decisione in merito all’elenco dei cosiddetti “Paesi Sicuri”. Il decreto voluto dal governo Meloni, infatti, accelerava il rientro dei migranti irregolari in paesi considerati sicuri.

La Commissione europea ha confermato che non si opporrà al diritto del governo di stabilire quali sono i Paesi sicuri, il che vuol dire che Meloni ha la libertà di proseguire con il trasferimento, prima delle persone nei Cpr in Albania e in seguito con il rimpatrio nei Paesi di origine, anche se in questi ultimi alcune categorie di cittadini sono discriminate.

Secondo i magistrati italiani il Governo avrebbe tradito i principi di certezza del diritto e di eguaglianza e accusando il governo Meloni di “eccessiva durezza”. Infatti, l’elenco dei Paesi Sicuri voluto dal governo è di 19 Stati, mentre, in un confronto fatto proprio dall’avvocato dei migranti e sul quale i nostri magistrati si sono basati, Paesi come la Germania ne hanno inseriti solo 9.  Questa azione dimostra “la volontà dei governi di piegare i diritti di asilo alle logiche del diritto dell’immigrazione”.

Secondo il difensore di Palazzo Chigi, quindi, pretendere che esistano Paesi completamente sicuri è una visione “sganciata dalla realtà”. La sua dichiarazione, inoltre, fa riferimento a una sorta di fenomeno migratorio epocale fuori scala, per il quale servirebbero quindi decisioni e procedure di emergenza e urgenza come quelle volute dal governo Meloni.

L’Europa sembra quindi appoggiare il governo Meloni sul fatto che un giudice non si può sostituire nella valutazione di quale Paese sia sicuro, compito che spetta invece soltanto al ministero degli Affari Esteri. Non è ancora detta l’ultima parola, infatti il prossimo 10 aprile toccherà al rappresentante della procura Richard De La Tour esprimersi e poi a decidere sarà la Grande Sezione entro l’inizio dell’estate.

 

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