Landini e la sinistra del doppiopesismo: morale a senso unico
Se l’insulto arriva da sinistra è “passione politica”, da destra “violenza verbale”. La coerenza, ormai, è merce fuori corso.

Quando parla la sinistra, tutto si può perdonare. Quando parla la destra, ogni parola diventa reato morale. È la solita ipocrisia del doppiopesismo rosso, dove le offese “compagne” diventano folklore e quelle altrui scandalo nazionale.
L’ultimo esempio? Maurizio Landini. Un segretario sindacale che, dopo il flop della “rivoluzione sociale”, si è dovuto aggrappare ai soliti cortei di bandiera per non sparire. E adesso regala un’altra perla di arroganza verbale, passando sopra al rispetto e alla misura.
Immaginate solo per un secondo un leader di destra pronunciare le stesse parole rivolte a una Schlein o a una Boldrini: apriti cielo, titoli a nove colonne, editoriali indignati, sedute speciali in Parlamento. Ma se l’insulto viene “dalla parte giusta”, allora è solo “dialettica politica”. Così la sinistra, invece di difendere principi, difende se stessa — e lo fa sempre peggio.
È un mondo al contrario, dove chi predica uguaglianza pratica l’immunità morale. E mentre i lavoratori reali arrancano, i loro presunti difensori si perdono tra slogan e insulti. Povera Cgil, ridotta a trampolino per carriere personali. Povera sinistra, prigioniera della sua superiorità presunta.
La morale? Nessuna. Solo la conferma che l’ipocrisia, in Italia, ha sempre la tessera giusta in tasca.
La cosa più fessa che dice Landini non è cortigiana o meno, è descrivere così la situazione dell’Italia.
Che dovevamo fare? Riconoscere la Palestina così, con Hamas dentro, che ora spara in piazza ai concittadini? Non sarebbe cmq chiaro nulla.
Fare guerra a Israele, che senz’altro ha commesso crimini di guerra? Ma come, tagliando le spese militari?
Nulla potevamo fare, se non cercare di oliare i meccanismi di chi poteva fare pressione, uSA e paesi arabi. Per quel poco che vale, lo abbiamo fatto. E ora siamo tra i vari stati coinvolti in cabina di regia, anche se certo non con in posto al sole, ma ci siamo.
Landini in tutto questo che ha fatto?
Ha seguito a ruota un sindacato minore, USB, per generare tramite Gaza un po di luce riflessa sulla CGIL.
La Meloni ha i suoi difetti, ma Landini dovrebbe guardare lui stesso e la CGIL, ridotta a sparring partner dei sindacati di base.
Dopo essersi schiantato mesi fa su dei referendum populisti. Landini guardi se stesso, prima di criticare gli altri.
La cosa più fessa che dice Landini non è cortigiana o meno, è descrivere così la situazione dell’Italia.
Che dovevamo fare? Riconoscere la Palestina così, con Hamas dentro, che ora spara in piazza ai concittadini? Non sarebbe cmq chiaro nulla.
Fare guerra a Israele, che senz’altro ha commesso crimini di guerra? Ma come, tagliando le spese militari?
Nulla potevamo fare, se non cercare di oliare i meccanismi di chi poteva fare pressione, uSA e paesi arabi. Per quel poco che vale, lo abbiamo fatto. E ora siamo tra i vari stati coinvolti in cabina di regia, anche se certo non con in posto al sole, ma ci siamo.
Landini in tutto questo che ha fatto?
Ha seguito a ruota un sindacato minore, USB, per generare tramite Gaza un po di luce riflessa sulla CGIL.
La Meloni ha i suoi difetti, ma Landini dovrebbe guardare lui stesso e la CGIL, ridotta a sparring partner dei sindacati di base.
Dopo essersi schiantato mesi fa su dei referendum populisti. Landini guardi se stesso, prima di criticare gli altri.
Altre Notizie della sezione

Se il campo largo esulta, il flop in Toscana fa piangere i Cinque stelle.
16 Ottobre 2025Gli (ex) grillini devono smettere di apparentarsi col PD. Ognuno prende I suoi voti e poi si fa un governo. Ovviamente questo vale anche a livello locale.

La disfatta del “campo largo”.
15 Ottobre 2025Schlein e Conte affondano tra illusioni ideologiche e personalismi, mentre solo i “cacicchi” salvano il centrosinistra dal naufragio politico e dall’irrilevanza territoriale.

La Lega in crisi: Salvini, il “caso Vannacci” e il futuro del partito Il flop toscano e le tensioni interne mostrano una
14 Ottobre 2025Lega divisa tra nord produttivo e populismo nazionale, mentre Salvini tenta di restare al comando.