Superior stabat lupus, longeque inferior agnus
La COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) è stata istituita nel 1993 (Decreto lgs. 124/1993), quale Autorità preposta alla vigilanza delle forme pensionistiche complementari.

Il Decreto lgs. 252/2005 contiene la vigente disciplina in materia. In tale ambito la COVIP, avuto riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare, esercita la vigilanza prudenziale sulle forme pensionistiche complementari, perseguendo la trasparenza e la correttezza dei comportamenti, la sana e prudente gestione e la loro solidità.
Nel 2011 sono stati attribuiti alla COVIP anche compiti di controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio degli Enti di previdenza di cui ai Decreti lgs. 509/1994 e 103/1996, che nel sito sono anche indicati come “Casse di previdenza” – (Decreto legge 98/2011, convertito, con modificazioni, dalla Legge 111/2011).
Il Decreto lgs. 114/2022 ha, altresì, attribuito alla COVIP compiti di vigilanza sui prodotti pensionistici individuali paneuropei (PEPP).
La COVIP è parte del Sistema europeo di vigilanza finanziaria (ESFS) e, in tale ambito, coopera con l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali (EIOPA), il Comitato congiunto delle tre Autorità di vigilanza europee e il Comitato europeo per il rischio sistemico (ESRB) al fine di un’efficace regolamentazione e vigilanza a livello europeo del settore dei fondi pensione occupazionali.
Nel totale la vigilanza è su circa 350 miliardi di euro, pari a un terzo dell’intero bilancio dello Stato italiano!
Il Presidente della Covip ha rilasciato a Il Sole 24Ore un’interessante intervista che val la pena di commentare.
Di fronte alla domanda: “La sua nomina è stata al centro di critiche da parte delle opposizioni e non solo: che cosa risponde?” Il Presidente della Covip ha semplicemente richiamato la favola di Fedro “Superior stabat lupus”.
La favola è stata scritta per quegli uomini che tormentano gli innocenti con motivazioni fittizie.
In sede di audizione alla Camera dei Deputati, il Vice presidente della Commissione ebbe in allora così a dichiarare: “Lei oggi è venuto qui e ci ha detto del suo impegno politico passato e nulla quaestio perché ognuno di noi prima o poi nella vita dovrà rendicontare del proprio impegno politico, però stiamo votando rispetto ad un organismo indipendente. Io, diciamo che ho un accento simile al suo, mi è sembrato un po’ di rivedere, anzi di assistere, ad un comizio elettorale della mia regione, il senso, sembrava un po’ questo, cioè non solo il suo passato politico ma anche diciamo la narrazione di quello che ha fatto questo Governo e di quello che ha fatto poi in passato nella sua esperienza politica e delle grandi ambizioni che si avevano appunto nelle sue campagne elettorali che l’hanno portato in Parlamento. Allora proprio perché noi stiamo votando un organismo indipendente, mi permetto un suggerimento: dedichiamoci a quelle che sono le funzioni e al compito di questo organismo e non a riflettere o, addirittura, con qualche esagerazione, a raccontare le magnifiche sorti della Destra italiana, perché ripeto, stiamo per votare un organismo indipendente e credo che proprio per quello che deve rappresentare questo organismo non ci fa una bella figura nessuno se, diciamo, stiamo alle cose che abbiamo ascoltato oggi. Allora Presidente mi permetto, diciamo in maniera molto tranquilla, di consegnarle ovviamente il voto contrario del Partito democratico, che poi si manifesterà all’interno delle urne, ma anche di aprire una riflessione su come questa maggioranza poi effettua delle nomine o diciamo effettua delle scelte politiche che ripeto di fronte all’audizione che abbiamo ascoltato credo che all’unanimità siamo rimasti abbastanza sconcertati.”
Che sui requisiti professionali richiesti dalla legge per la nomina si potesse discutere è avvalorato dal fatto che lo stesso Presidente della Repubblica, in sede di nomina, ha modificato il modello del decreto presidenziale, evitando di confermare il possesso dei requisiti professionali previsti dalla legge per limitarsi a scrivere “Visto il curriculum vitae del dott. Mario Pepe, soggetto in quiescenza, dal quale si evince che lo stesso è in possesso di capacità adeguate alle funzioni da svolgere, avuto riguardo ai titoli professionali e alle esperienze maturate” anziché scrivere, come nei precedenti DPR, che “… sono in possesso dei requisiti di riconosciuta competenza e di specifica professionalità nelle materie di pertinenza della Covip, così come stabiliti dall’art. 18, comma 3, del d.lgs. n. 252 del 2005, e comprovati dai rispettivi curriculum vitae”.
Il Presidente della Covip dichiara che il suo obiettivo è quello di rafforzare l’istituzione, con l’aumento degli organici e con l’allargamento delle sue competenze ad altri campi.
Ricordo che il finanziamento della Covip è regolato in parte da contributi statali ma, in gran parte, dai contributi dei Fondi pensione e delle Casse di previdenza di cui alla delibera Covip del 07.02.2024.
Chi pagherà i maggiori costi?
Il Presidente auspica che alla Covip venga affidata una vigilanza a 360 gradi sulle Casse di previdenza.
Ricordo che la Covip già controlla gli investimenti delle Casse di previdenza e che tutti gli altri controlli da parte dei Ministeri vigilanti, della Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali e della Corte dei Conti sono previsti dalla legge.
Il Presidente della Covip auspica l’istituzione di un bonus previdenziale alla nascita in formato salvadanaio, che guardi anche alla formazione dei giovani e non solo alla loro tutela pensionistica. Secondo questa impostazione al raggiungimento dei 18 anni il bonus potrebbe essere utilizzato anche per la formazione, ad esempio per pagarsi gli studi in un’università prestigiosa.
L’idea è sicuramente avvincente ma resta il problema del finanziamento che ovviamente graverebbe su “Pantalone” e in particolare su quel ceto medio sul quale grava già la maggior parte del sostegno al welfare nel suo complesso e in favore del quale, finalmente, il Presidente del Consiglio ha ritenuto di dover fare qualcosa per alleggerire il carico.
Il Presidente ha poi affermato che oggi la quota delle risorse dei Fondi pensione destinati all’economia reale è effettivamente bassa e che occorre fare un investimento a lungo termine per le PMI, studiando un meccanismo di garanzia.
Dalla relazione rilasciata il 10.04.2025 dalla dott.ssa Francesca Balzani, allora Presidente f.f. della Covip, alla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, si certifica che i Fondi pensione hanno investito 26,7 miliardi di euro in titoli dello Stato italiano e il valore degli investimenti domestici, a fine 2023, era pari a 36,6 miliardi di euro, pari al 19,4% del totale, ed ivi si legge testualmente, alla pag. 18, che: “Da qualche tempo, i fondi pensione italiani, e in particolare i fondi negoziali, si stanno muovendo per incrementare gli investimenti in titoli anche non quotati emesse da imprese produttive di private equity e private debit, e più in generale di includere nel loro portafoglio quote di strumenti illiquidi che al tempo stesso siano strumento di diversificazione, offrono prospettive di rendimento soddisfacente e rendano possibile contribuire maggiormente al sostegno dell’attività produttiva delle imprese nazionali”.
Con la possibilità, che molti oggi anticipano, dello scoppio della bolla del private equity e venture capital, è un bel rischio che i Fondi pensione, ma anche le Casse di previdenza, si sono già presi, e che non si dovrebbe certo incrementare perché sia i Fondi pensione che le Casse di previdenza non maneggiano denaro qualsiasi, bensì denaro previdenziale che ha come unica mission quella di garantire pensioni, vuoi volontarie o obbligatorie.
Il meccanismo di garanzia lo auspico anche io da molte lune perché le pensioni non possono dipendere dai mercati finanziari e quindi, prendo atto con soddisfazione, che il mio pensiero abbia trovato seguito anche in Covip.
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