Sistema Notariato, modello da esportare
La tavola rotonda di presentazione della ricerca Parthenope, organizzata lo scorso 21 luglio presso l’Auditorium di Cassa Forense, ha rappresento un momento di confronto tra esperti del settore e politici su una tematica di stringente attualità.

La ricerca, ultimata poche settimane fa – pur evitando di enfatizzare la scelta del modello EET (praticato, ad es., in Germania e Spagna) quale unica soluzione per la tassazione dei regimi previdenziali Cassa – l’ha valorizzato in una logica di armonizzazione fiscale delle legislazioni dei diversi paesi UE. Anche nell’ottica di una condivisibile convergenza dei prelievi.
Ha toccato, ulteriormente, la vexata quaestio del passaggio dal retributivo al contributivo. Al riguardo, a chiare lettere si è evidenziato che una scelta in tal senso farebbe sorgere il problema del c.d. “debito latente”, cioè dell’ammontare delle riserve patrimoniali di cui l’ente dovrebbe disporre per far fronte agli impegni maturati fino a quel momento. Circostanza che imporrebbe il versamento di contributi integrativi – tra l’altro mancanti della finalità solidaristica – da parte degli attivi e dei nuovi iscritti, penalizzati ulteriormente.
Anzi la “ripartizione attenuata”, propria del sistema della Cassa Nazionale del Notariato, unitamente alla attenta gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare sinora praticata, sono state ritenute un modello da esportare alle altre Casse di previdenza.
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