Anno: XXV - Numero 86    
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Le ragioni della riforma previdenziale di Cassa forense

La riforma previdenziale di Cassa forense prevede in passaggio dal sistema integrativo a quello contributivo.

Le ragioni della riforma previdenziale di Cassa forense

Le ragioni della riforma sono dovute principalmente a fattori reddituali e demografici. Infatti dall’ultimo bilancio tecnico si è evidenziato un problema di sostenibilità del sistema. Gli interventi introdotti dalla Cassa risultano, pertanto, necessari ad ottenere la sostenibilità ove ciò sia previsto dalla legge oppure laddove sia necessario rispondere a richieste meritevoli di accoglimento da parte dell’Avvocatura.

L’Avv. Luigi Bonomi (CDA Cassa Forense) ha spiegato come la riforma abbia preso le mosse dalla considerazione che negli ultimi anni i giovani avvocati neoiscritti hanno faticato a sostenere i minimi contributivi di Cassa Forense previsti dalla normativa.

Pertanto, come evidenziato dal Presidente di Cassa Forense Avv. Valter Militi, le soluzioni adottate dalla riforma mirano a garantire i diritti quesiti e soprattutto le aspettative delle future generazioni.

Le previsioni della riforma

Conseguentemente Cassa Forense si è riproposta di intervenire su due fronti:

    quello dell’abbassamento dei contributi minimi;

    quello della previsione di una normativa particolare per i neoiscritti.

L’abbassamento del contributo minimo soggettivo

Per l’anno 2023 la contribuzione minima soggettiva dovuta prevede i seguenti importi:

    € 3.185,00 contributo minimo soggettivo intero,

    € 1.592,50 con riduzione del 50%,

    € 796,25 con riduzione dell’ulteriore 50%.

laddove le riduzioni al 50% sono relative ai casi previsti dagli artt. 24 comma 2 e 25 comma 2 Regolamento Unico della Previdenza Forense.

Proprio riguardo alla contribuzione soggettiva minima, Cassa Forense ha previsto di abbassare il contributo minimo soggettivo da 3.200 euro dovuti nel 2023 a 2.200 euro che dovranno versarsi nel 2024.

Si tratta di una riduzione significativa, in quanto, atteso che secondo la normativa attuale i contributi minimi vengono rivalutati ogni anno, applicando la rivalutazione, il contributo minimo nel 2024 aumenterebbe a 3.400 euro circa. Invece con la riforma si prevede una riduzione a 2.200 euro, ossia un abbassamento di quasi un terzo del contributo minimo soggettivo.

L’abbassamento del contributo integrativo minimo

Cassa Forense ha previsto, altresì, l’abbassamento del contributo integrativo minimo. Tale contributo nel 2017 ammontava a circa 710 euro, mentre dal 2018 al 2022 il contributo è stato sospeso per andare incontro a quella parte dell’avvocatura che ha subito dei cali reddituali consistenti.

Cessato tale periodo, nel 2023 il contributo integrativo minimo avrebbe dovuto tornare in vigore con tutte le rivalutazioni degli anni precedenti, con la conseguenza che l’importo del contributo minimo integrativo avrebbe avuto un importo pari a circa 900-1000 euro.

Ebbene Cassa forense ha deciso di ridurre il contributo integrativo minimo a 250 euro al fine di finanziare l’assistenza di ciascun iscritto, anche a reddito zero, a Cassa Forense.

Il contributo minimo di 250 euro, ha spiegato l’Avv. Bonomi, equivale ad un giro d’affari di 6.200 euro. Ciò vuol dire che un iscritto che abbia un giro d’affari da 6.200 euro in su vedrà pagato l’integrativo attraverso il 4% che il cliente riversa in fattura all’avvocato.

 Nuovo sistema per i nuovi iscritti

Inoltre la riforma prevede un nuovo sistema contributivo per i nuovi iscritti, in base al quale

    per i primi 4 anni non è previsto il pagamento di alcun contributo soggettivo minimo. Ne discende che i primi quattro anni di iscrizione saranno caratterizzati da una contribuzione soggettiva direttamente proporzionale al reddito professionale prodotto, senza obbligo di contributo minimo;

    dal 5° all’8° anno, è previsto il pagamento di un contributo soggettivo minimo ridotto alla metà; ciò vuol dire che se consideriamo che nel 2024 il contributo soggettivo minimo della riforma sarà di 2.200 euro, dal 5° all’8° anno il contributo sarà di 1100 euro.

La previsione del sistema contributivo

L’Avv. Bonomi ha evidenziato come la riforma introduca il sistema contributivo.

Ne consegue che:

 

    nell’ipotesi in cui non venisse versato alcun contributo soggettivo, non verrebbe riconosciuto alcun periodo contributivo;

    qualora si dovesse versare il contributo soggettivo minimo di 1.100, si avrebbe diritto a 6 mesi di anzianità contributiva;

    mentre nel caso un cui si dovesse versare il contributo di 550 euro, si avrebbe diritto a 3 mesi di anzianità contributiva.

È in ogni caso prevista la possibilità, entro i 12 anni di iscrizione, di recuperare tutti gli anni contributivi versando i contributi minimi previsti dalla legge.

Fonte https://www.youtube.com/@cassaforensewebtv  https://www.cassaforense.it/

Tratto da Reti di giustizia

 

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