Le donne scriveranno il futuro della professione medica
Il Bilancio sociale Enpam di quest’anno punta l’obiettivo sulla femminilizzazione della professione.
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Per la prima volta nella storia, infatti, le professioniste iscritte alla Quota A Enpam hanno superato numericamente gli uomini. Il dato era già evidente nelle fasce di età più giovani, ma adesso riguarda il complesso della categoria.
Il futuro della professione medica e il destino stesso del Servizio sanitario nazionale si scriveranno, dunque, con l’azione delle donne e con la loro capacità di prendersi cura. Una sfida importante che potrà diventare chance di rilancio per il Paese e per la società solo se il lavoro, da una parte, e i sistemi pensionistici, dall’altra, sapranno essere flessibili.
Il sorpasso delle donne, infatti, non si accompagna alla parità di genere. C’è ancora strada da fare sul fronte dei redditi, che restano sbilanciati a svantaggio delle professioniste, con ricadute sulla pensione futura.
L’attività professionale dovrà essere organizzata e strutturata sempre di più in termini di conciliazione vita e lavoro, facendo comunque ben attenzione a non mettere in antitesi queste due dimensioni. Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile economico e sociale, è del tutto anacronistico, oltre che iniquo, che la maternità possa ancora rappresentare una scelta alternativa all’impegno e all’appagamento professionale. E questo a maggior ragione in un momento di denatalità.
La nascita di un figlio non può insomma segnare il solco di una differenza di genere a cui contribuisce pesantemente anche la prevalenza delle donne a ricoprire il ruolo di care giver all’interno della famiglia. Un fattore importante da considerare se si pensa che il carico della disabilità e della cronicità aumenterà di pari passo con l’invecchiamento della popolazione.
Su questi temi, l’Enpam c’è, così come racconta questo Bilancio sociale. Con le prestazioni previdenziali e assistenziali: l’ampliamento delle tutele alla genitorialità, dal sussidio integrativo per le professioniste con redditi bassi, alla gravidanza a rischio, al bonus neonatalità doppio per chi svolge libera professione e garantito anche ai papà, la polizza Ltc per la non autosufficienza, gratuita e automatica, le tutele per la malattia e gli infortuni con maggiori garanzie anche per i professionisti e le professioniste più giovani, le borse di studio.
Ma la Fondazione c’è anche con gli investimenti correlati alla missione istituzionale (mission related) e con iniziative mirate ad ampliare le possibilità professionali e a costruire nuovi assetti lavorativi, soprattutto per i giovani professionisti: l’anticipo della prestazione previdenziale per favorire il ricambio generazionale, ad esempio, e il progetto delle Case di comunità spoke, che oltre a garantire una presenza capillare sul territorio consentiranno un’organizzazione flessibile del lavoro e saranno dotate di collegamento alla rete e di tecnologia adatta per l’assistenza primaria.
L’obiettivo della Fondazione è di rafforzare il sistema pensionistico puntando sul lavoro e sulle possibilità concrete per renderlo appetibile e realmente soddisfacente. Quest’impegno va collegato strutturalmente al momento della formazione universitaria perché diventi sempre più rispondente alle sfide delle nuove frontiere tecnologiche e del sapere scientifico.
È un collegamento che l’Enpam ha inteso fare anche attraverso l’iscrizione facoltativa per gli studenti alla previdenza di categoria, perché i futuri professionisti si sentano da subito protetti e al contempo parte di uno scambio generazionale, e siano in questo modo incentivati a restare nel Paese.
In questo tempo di grande sviluppo tecnologico bisogna tenere il passo con le sfide della sanità digitale e dell’intelligenza artificiale, perché diventino un amplificatore delle competenze dei professionisti e non la minaccia di un’alternativa incombente.
Per questo l’Enpam ha realizzato la piattaforma d’informazione e formazione Tech2doc, gratuita per tutti gli iscritti. Questa piattaforma vuole essere una finestra aperta sul futuro e uno strumento di crescita per le competenze, le conoscenze e le buone prassi, non dimenticando quindi anche le questioni etiche che l’uso dell’intelligenza artificiale pone.
di Alberto Oliveti (Presidente Enpam e AdEPP)
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