Anno: XXVI - Numero 238    
Giovedì 11 Dicembre 2025 ore 13:30
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La riforma della giustizia sbarca oggi ad Atreju

Uno dei panel più attesi dell’intera kermesse, se non il più importante in assoluto.

La riforma della giustizia sbarca oggi ad Atreju

Nel confronto con il ministro della Giustizia Carlo Nordio saranno infatti snocciolati tutti i punti della legge costituzionale già approvata in via definitiva dal Parlamento e della quale, adesso, si attende l’esito referendario. Centrale sarà senza dubbio la separazione delle carriere dei magistrati, cuore pulsante del provvedimento voluto dal governo e definita dalla maggioranza come una “riforma a lungo attesa”. Non a caso proprio questo sarà il nome dell’appuntamento di oggi ad Atreju dove a discutere della separazione delle carriere con il Guardasigilli ci saranno tecnici e politici, sostenitori sia del Sì che del No. Anche il nome della sala dove si terrà la tavola rotonda è evocativo e rappresentativo del peso che il partito di via della Scrofa dà alla riforma: “Sala Giustizia giusta”.

I protagonisti del confronto

Senza alcun dubbio la separazione delle carriere sarà al centro del dibattito, come pure il tentativo del governo di ridimensionare il peso delle correnti della magistratura con i due Csm e il sorteggio dei rispettivi componenti in sostituzione dell’elezione. Tanto più che al dibattito con il ministro Nordio, introdotto dal presidente dell commissione Giustizia alla Camera, Ciro Maschio, parteciperanno Alberto Balboni, senatore FdI e presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, Antonio Di Pietro del Comitato Sì Separa promosso dalla Fondazione Einaudi, Silvia Albano, presidente di Magistratura Democratica, Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale e Gaetano Azzariti, professore ordinario di Diritto costituzionale dell’Università La Sapienza.

Il confronto sulla riforma della giustizia oggi ad Atreju

Favorevoli e contrari alla riforma si affronteranno dunque nel merito nell’ottica del referendum della prossima primavera. Ma non è escluso che il dibattito possa virare anche su altri temi che riguardano la giustizia. Un po’ perché gli effetti della riforma sono molteplici, un po’ per portare acqua al proprio mulino. Di certo per Carlo Nordio sul fronte giustizia c’è tanto ancora da fare e da riformare. Probabilmente non a caso, in un’intervista a Panorama, il Guardasigilli ha definito il delitto di Garlasco come il caso di malagiustizia a oggi più eclatante, perché ha visto una persona condannata in via definitiva dopo due sentenze di assoluzione. La chiosa del ragionamento è eloquente: “C’è qualcosa che non funziona nel nostro sistema processuale”.

di Giuseppe Ariola

 

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