Del decreto rilancio gira l’ennesima bozza
Dal testo sono scomparsi i premi per medici e infermieri, la possibilità di girare alle banche il bonus ristrutturazione e soprattutto la norma che disciplina il contributo a fondo perduto a favore degli autonomi e delle imprese che nel mese di aprile 2020 abbiano registrato un calo superiore a un terzo del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019.
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Mattarella ancora in attesa del testo definitivo del decreto rilancio e i 55 miliardi promessi ancora non ci sono. Tanto che da due giorni le aziende possono pure licenziare i dipendenti, dato che il Cura Italia è scaduto e il Rilancio ancora non è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Dal testo sono scomparsi i premi per medici e infermieri, la possibilità di girare alle banche il bonus ristrutturazione e soprattutto la norma che disciplina il contributo a fondo perduto a favore degli autonomi e delle imprese che nel mese di aprile 2020 abbiano registrato un calo superiore a un terzo del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019. Nell’’ultima bozza del DL “Rilancio”, si specifica che tra i soggetti esclusi del beneficio rientrano ora anche “i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n.509 e 10 febbraio 1996, n. 103”. Per la Ragioneria generale mancano le coperture economiche, mentre per Sergio Mattarella il fatto che il decreto sia stato annunciato dal premier senza la sua firma è uno sgarbo. “Di più – scrive Dagospia – un’offesa. Va bene firmarlo il giorno dopo, ma qui di giorni ne sono passati sei. E si torna all’antico bubbone di questo paese, un bubbone che la pandemia ha fatto scoppiare definitivamente: la burocrazia”.
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