Alla sinistra è rimasto solo un generico antisfascismo.
Cacciari: I libri di Passaggio al Bosco sono in vendita ovunque. Si discute del nulla.
Massimo Cacciari critica l’appello per escludere l’editore coi testi fascisti da Più Libri Più Liberi: “Per fortuna questi libri sono pubblicati liberamente, e ogni fiera è libera di invitare chi vuole. Zerocalcare ha i suoi paletti? E io i miei: no alla censura.
“No alla censura, quei libri sono comunque in vendita ovunque”.
Cacciari, filosofo e scrittore, interviene sulla polemica esplosa alla fiera Più Libri Più Liberi di Roma. Un appello – firmato tra gli altri da Alessandro Barbero, Anna Foa, Antonio Scurati, Carlo Ginzburg, Giovanni De Mauro, Christian Raimo e Zerocalcare – chiede di escludere dall’evento Passaggio al Bosco, la casa editrice che pubblica scritti di e su Mussolini, Degrelle, Codreanu e fascisteria varia. “La sinistra non ha alternative da proporre contro questa destra, le è rimasto solo un generico antifascismo”.
Professore, perché non è d’accordo con l’appello?
Non vedo quale sia la differenza tra pubblicare dei libri, quindi venderli in qualsiasi libreria del Belpaese e mostrarli in uno stand di una fiera del libro.
Sono libri che farebbero “apologia di fascismo”, denunciano diversi intellettuali.
O proibisci la pubblicazione di quegli scritti oppure non cambia niente che siano in vendita o esposti in uno stand. Sono contro la censura a prescindere. Se queste opere rientrassero nei criteri (dell’apologia ndr), questi intellettuali dovrebbero fare sì un appello ma alle autorità competenti. Protestino contro il governo italiano, lo Stato italiano, le autorità italiane. Non per uno stand.
In catalogo ci sono tomi su Degrelle, scritti di Mussolini…
E allora? Dovrebbero chiedere di vietare la pubblicazione del Mein Kampf. Ma siccome questo divieto non c’è – e io dico: per fortuna – questi libri vengono pubblicati liberamente. Fine.
Però chi si oppone non ragiona sul diritto di esistenza di Paesaggio nel Bosco, ma proprio sull’opportunità di ospitarli a un evento culturale.
Ma cosa vuol dire? In una fiera lo decide il proprietario chi ospitare. Io e lei siamo liberi di ricevere chi vogliamo a cena, no? Se questi organizzatori sono padroni possono fare quel che vogliono.
Non vede la polemica, quindi.
È tutto così banale. Ma di cosa stiamo discutendo?
Rinunciando, Zerocalcare ha detto di avere dei “paletti” che qui sono stati superati.
Benissimo, si tengano i loro paletti. Io ne ho altri, un po’ diversi, ma sulle politiche fiscali, sociali, internazionali. Che è diverso dal chiedere la censura di una casa editrice a cui fai solo pubblicità.
L’Associazione italiana editori spiega di aver fatto firmare a chi espone un impegno sulla Costituzione italiana.
Ma scherziamo? A me nessuno ha fatto firmare niente, ci mancherebbe pure che ci fosse un giuramento sulla Carta. Se sto a casa mia, mi sono organizzato una fiera del libro, invito chi voglio: fascista, comunista, di destra, di sinistra.
Dare spazio pubblico a certe idee non rischia di sdoganarle?
Siccome questi libri sono in libera circolazione dappertutto, stiamo parlando del nulla.
Certi editori e certe idee trovano più spazio con la destra al potere in Italia?
Sì, anche se queste opere sono sempre state in circolazione.
Esclusa la censura, come si contrastano queste idee?
Con operazioni di educazione culturale e storica nelle scuole e nelle università. Questa montata di destra, della destra peggiore, si esclude con una politica diversa. La deriva a destra travolge tutti, anche l’ex stampa di sinistra. E noi ci meravigliamo di una casa editrice fascista in una fiera del libro. Ma dove vivono questi intellettuali che firmano certi appelli?
A sinistra ci si rifugia dietro la censura preventiva?
Sì, perché non sono in grado di indicare alcuna strategia diversa sul piano economico e sociale. Non hanno più nulla da dire, a certa sinistra è rimasto solo l’antifascismo. Un generico antifascismo.
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