Anno: XXVI - Numero 232    
Martedì 2 Dicembre 2025 ore 13:15
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Uno sgarbo inaccettabile dell’Università di Bologna

Un passo indietro dettato dal timore di contestazioni.

Uno sgarbo inaccettabile dell’Università di Bologna

Il timore, sembra, sia stato quello di “militarizzare” l’Università se fosse stato attivato un corso di laurea in filosofia destinato a giovani allievi ufficiali dell’Accademia di Modena. Una giustificazione incomprensibile e, ovviamente non accettata dal Governo per bocca della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.

Per la Presidente del Consiglio l’Università di Bologna con questo rifiuto viene meno ai suoi doveri costituzionali. Un atto incomprensibile e gravemente sbagliato. Così Giorgia Meloni interviene sulla decisione assunta dal Dipartimento di filosofia dell’Università di Bologna di negare l’attivazione di un corso di laurea in filosofia per i giovani ufficiali dell’Esercito Italiano. Non si tratta solo di una scelta inaccettabile ma di un gesto lesivo – aggiunge l’On. Meloni – dei doveri istituzionali che fondano l’autonomia dell’università. L’ateneo, in quanto centro di pluralismo e confronto ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale restando totalmente estraneo a pregiudizi ideologici. Questo rifiuto implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze Armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica come previsto dalla Costituzione. La Premier dice “no” a barriere ideologiche.

Per la Presidente del Consiglio arricchire la formazione degli ufficiali con competenze umanistiche è un fatto strategico che qualifica ulteriormente il servizio che essi rendono allo Stato. È in questa prospettiva di difesa e di impegno strategico spesso in contesti internazionali complessi che la preparazione non può essere solo tecnica. Avere personale formato anche in discipline umanistiche garantisce quella profondità di analisi, di visione e di pensiero essenziale per affrontare le sfide che hanno le Forze Armate, una preparazione completa è garanzia di professionalità per l’intera Nazione. Ribadisco personalmente e a nome del Governo il pieno e incondizionato sostegno all’Esercito e alle Forze Armate e condanno fermamente ogni tentativo di isolare, delegittimare o frapporre barriere ideologiche a un dialogo istituzionale così fondamentale per l’interesse nazionale.

Il Generale Masiello, Direttore dell’Accademia, ha spiegato che il progetto mirava a offrire nuove prospettive culturali ed a superare gli stereotipi con un programma destinato a 10 o 15 allievi ufficiali. L’iniziativa, secondo il Generale, avrebbe voluto promuovere il pensiero laterale e arricchire la formazione dei giovani ufficiali con competenze umanistiche. Ho chiesto all’Università di Bologna di avviare un corso di laurea. Non hanno voluto ha detto il Generale precisando che l’ateneo avrebbe negato la proposta per timore di militarizzare la facoltà. “È una cosa che mi ha molto deluso”. Il Generale ha definito l’episodio sintomatico dei tempi in cui viviamo che ha ribadito la necessità di una maggiore consapevolezza sul ruolo delle Forze Armate nella società e nel contesto internazionale. “La nostra opinione pubblica e soprattutto i giovani devono capire quale è il ruolo delle Forze Armate” ha detto il Direttore dell’Accademia.

L’università dal canto suo precisa di non aver mai negato né rifiutato l’iscrizione a nessuna persona come per tutti gli atenei italiani. Chiunque sia in possesso dei necessari requisiti può iscriversi liberamente ai corsi di studio dell’Ateneo comprese le donne e gli uomini delle Forze Armate. Ricorda inoltre che l’università di Bologna collabora stabilmente con l’Accademia militare di Modena ai cui allievi in virtù di specifici accordi ormai ventennali sono riservati posti presso il corso di laurea in medicina veterinaria.

Evidentemente a Bologna fanno finta di non capire. Non era in forse l’iscrizione dei singoli ma l’istituzione di un corso propedeutico ad un più specifica formazione culturale e proferssionale.

Deciso l’intervento del Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini: “un’università pensasse di lasciare allievi in divisa fuori dall’università o di non fare formazione all’interno dell’Accademia questo sarebbe un gesto gravissimo, assolutamente inaccettabile a cui come Ministro sentirei di dover porre rimedio. Mi faccio garante della legge perché, come ha detto giustamente la Presidente Meloni, – e in questo mi sento di rappresentare tutto il Governo – , non esiste un’autonomia universitaria che possa trasformarsi in un muro o in una corazza. L’autonomia universitaria è libertà”.

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