“Sette paia di scarpe ho consumato, sette fiaschi di lacrime ho colmato”
Con questa filastrocca il Presidente della Covip ha illustrato alla Camera dei deputati il 26 novembre 2025 gli investimenti delle Casse di previdenza – anno 2024.
In evidenza
Le lacrime si riferivano all’attesa, che perdura ancor oggi, dal 2011 del decreto investimenti per le Casse di previdenza che, a tutt’oggi, si muovono sui mercati finanziari senza regole cogenti.
Questi i dati essenziali.
Alla fine del 2024, l’attivo totale a valori di mercato delle Casse di previdenza totalizza 125,1 miliardi di euro, concentrati per il 75,7% nelle Casse del 509/1994.
Nel 2024 il saldo previdenziale – introiti da contributi meno uscite per pensioni – rispetto a una platea complessiva di 1,746 milioni di iscritti e 533.000 pensionati, ha totalizzato 4,4 miliardi di euro contro i 3,7 miliardi del 2023; a fronte di 14,2 miliardi di contributi incassati, sono state erogate prestazioni per 9.8 miliardi.
Sul periodo decennale si osserva l’aumento tendenziale sia dei contributi incassati (4,3% su base annua) sia delle prestazioni erogate (5% su base annua).
Nel 2024 la reddittività degli investimenti, calcolata sul risultato netto prodotto dalla gestione mobiliare ed immobiliare, è risultata positiva per 7,6 miliardi di euro.
Su orizzonti temporali pluriennali, il rendimento medio annuo composto è pari al 3,1% sul periodo quinquennale e al 2,9% su quello decennale.
L’attivo totale delle Casse di previdenza a valore di mercato pari, come detto più sopra, alla fine del 2024, a 125,1 miliardi di euro è così suddiviso:
– i titoli di debito ammontano a 26,7 miliardi di euro;
– i titoli di capitale sono 10,4 miliardi di euro;
– il controvalore delle quote di OICR è di 67,2 miliardi di euro.
– il resto, per arrivare ai 125,1, in altre attività.
Le Casse di previdenza investono nell’economia italiana 48,1 miliardi di euro, pari al 38,4% delle attività totali.
Le attività complessivamente gestite in forma diretta (come detto più sopra, senza regole cogenti per più di 14 anni) totalizzano 97,8 miliardi, pari all’87,6% del totale.
Le attività finanziarie in gestione tramite mandati, conferiti a intermediari specializzati, ammontano a 13,8 miliardi di euro, pari al 12,4% del totale e, dette attività, fanno capo a 16 gestori ma il 62,5% delle risorse è appannaggio di 5 gestori con percentuali di assets under management tra il 7,1 e il 15,8%; il resto è distribuito tra 11 gestori con percentuali che oscillano tra un minimo dell1,1% e un massimo del 7% delle attività finanziarie.
Con riferimento alla tipologia di intermediari a cui sono affidate le attività finanziarie, il 39,5% fa capo a intermediari italiani di cui 6 SGR e 3 banche che gestiscono rispettivamente 10 e 4 mandati. Il restante 60,5% fa capo a 7 intermediari esteri che gestiscono complessivamente un pari numero di mandati.
Per l’analisi comparativa delle commissioni di gestione degli OICVM e dei mandati di gestione rinvio alle pagg. 31, 32, 33 e 34 del Report.
L’appendice, tavola 1, tavola 2 e tavola 3 delle pag. 35, 36, 37, e 38 descrivono bene la situazione Cassa per Cassa, così da offrire un’immagine completa del sistema Casse agli effetti degli investimenti.
Nella sua relazione orale, di cui alla web tv della Camera, il Presidente della Covip ha descritto la pesante situazione creditoria delle Casse verso gli iscritti e la mancanza, per le Casse, di uno strumento più rapido del ricorso al decreto ingiuntivo per il recupero dei crediti in sofferenza.
La lettura congiunta, che io consiglio, del Report rilasciato dalla Commissione bicamerale di controllo del 12.06.2025 e di questo Report, offre agli iscritti i numeri per comprendere la situazione del sistema Casse.
Come sempre io ho lamentato, mancano del tutto i dati relativi all’entità del debito latente delle Casse di previdenza nella loro globalità e per singola Cassa e i dati del funding ratio che misura il rapporto tra il debito latente e la patrimonializzazione.
Perché questi dati, fondamentali per comprendere la sostenibilità di lungo periodo, non vengono cubati?
La tavola n. 3, che descrive Cassa per Cassa le commissioni di gestioni medie, certifica il risparmio di spesa che con l’unificazione, almeno dal punto di vista degli investimenti, di tutte le Casse, si potrebbe ottenere a tutto beneficio degli iscritti.
Si chiamano “economie di scala” cioè il fenomeno di riduzione dei costi e dell’aumento dell’efficienza legato ad un maggiore volume di produzione.
Ma pare un aspetto trascurabile per gli iscritti!
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