Cassa forense. Obbligo di integrare le istanze dei 600 euro
E' quanto fa sapere l'Ente presieduto da Nunzio Luciano
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Una “ulteriore dichiarazione attestante l’iscrizione in via esclusiva alla Cassa forense” sarà necessaria per gli avvocati che hanno già presentato domanda, o vorranno farlo, per accedere all’indennità statale da 600 euro, prevista dal decreto Cura Italia, votato con la fiducia oggi, al Senato. E’ quanto fa sapere l’Ente presieduto da Nunzio Luciano, il cui consiglio d’amministrazione ha approvato stamani una delibera, alla luce delle modifiche al testo, che fissano come parametro per ottenere il ‘bonus’ l’esser associati ad una sola Cassa pensionistica. Gli uffici, viene spiegato, “stanno approntando quanto necessario per attivare apposita procedura sempre nell’area riservata del sito della Cassa a partire da domani, 10 aprile”. La dichiarazione integrativa “non influirà in alcun modo sull’ordine di arrivo delle istanze, così come originariamente presentate e la mancata integrazione entro il 30 aprile 2020, impedirà l’accoglimento della domanda” per il ‘bonus’. Alla Cassa forense, cui sono iscritti oltre 243.000 avvocati, dal primo aprile erano giunte oltre 130.700 richieste del sussidio da 600 euro per le difficoltà incontrate a causa dell’emergenza da Coronavirus, tuttavia, si apprende, i pagamenti, che comunque sarebbero stati sospesi oggi, in virtù del cambio dei requisiti richiesti ai professonisti, “non erano ancora partiti”.
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