Di fronte alla guerra in Ucraina quanti europei senza dignità
Era inevitabile che qualcuno vicino al potere ne approfittasse e facesse correre mazzette.
Già nel dominio dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), anche in Ucraina, come accade sempre nei regimi totalitari, la corruzione era diffusa. Troppo recente la scelta democratica perché l’abitudine ad approfittare di pubbliche forniture fosse dimenticata. Anche perché l’emergenza dovuta all’aggressione russa fa girare molti soldi e molte armi.
E così i giornali vicini all’autoproclamatasi “destra” in cuor loro amano Vladimir Putin, uomo forte che si fa riprendere a cavallo a dorso nudo (come il Duce) che difende i valori della Santa Madre Russia, che arricchisce il vessillo della Federazione con l’aquila bicipite di zarista memoria, possono strillare ancor più contro l’Europa che sorregge lo sforzo militare ucraino. Annichiliti da ottant’anni di pace, timorosi del rischio di una guerra, come coloro che cedettero alla violenza del Führer avendo scelto il disonore per poi essere costretti ad armarsi, assistono alla crescente aggressione russa fingendo di ignorare che è lì, nelle pianure tra Kiev e Odessa, che si gioca una partita decisiva per la libertà del nostro Continente. Neppure l’evidente disinteresse degli Stati Uniti, che giocano la loro partita fra Cina e Russia incuranti delle sorte dell’Europa preoccupa i nostri “destri” ai quali la sorte dell’Afghanistan e la maldestra esperienza in Iraq avrebbero dovuto far capire chi gli USA non sono l’Impero romano, che pure un errore lo aveva compiuto a Sagunto, lasciata sola dinanzi all’armata di Annibale. Non l’avrebbe fatto più.
I destri che parlano di patria non hanno capito, nel loro egoismo provinciale, che oggi la Patria con la “P” maiuscola è l’Europa, potenzialmente capace di dialogare con le grandi economie del nostro tempo, Cina, India, Brasile, Russia. l’Europa con la sua storia, che è stata costellata di guerre sanguinose ma che ha radici comuni e nobili, forgiata dal pensiero greco, dal diritto di Roma e dall’insegnamento di Cristo. l’Europa con la sua elevata tecnologia, con un’industria e una economia solida che la rende sostanzialmente autosufficiente. L’Europa che se fosse capace di esprimersi con una sola voce incuterebbe rispetto anche al “bullo” di Mosca che ha dimostrato tutti i suoi limiti in un’aggressione che avrebbe potuto realizzare in pochi giorni la conquista dell’intera Ucraina. Non l’ha fatto per proprie carenze militari e politiche, come dimostra la richiesta di soccorso al dittatore della Corea del Nord, anche perché, in fin dei conti, deve essersi chiesto perché l’Europa non abbia assicurato da subito un aiuto adeguato all’esercito ucraino capace di fermare l’armata russa sul confine.
Putin, che ha le sue quinte colonne qua e là nelle cancellerie e nei partiti occidentali, pensa che l’Europa possa comunque avere uno scatto di dignità, che i giovani soprattutto siano pronti come i loro bisnonni, che un secolo e mezzo fa lasciarono le loro case per combattere ovunque ci fosse in Europa da rivendicare la libertà, a difendere i confini d’Europa. Che spetta a noi difendere perché là si tutela anche la nostra libertà.
Oggi che l’esercito ucraino è in affanno gongolano i nostri “destri” convinti che non si dovesse rischiare per Kiev. Senza dignità, come nel 1938 quanto fra il disonore e la guerra fu scelto il disonore e avemmo la guerra, come ci ha ricordato Winston Churchill.
Speriamo che non accada.
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