Anno: XXVI - Numero 211    
Lunedì 3 Novembre 2025 ore 13:30
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Sì alla separazione delle carriere, per ragioni di sinistra

Augusto Barbera. “Sì alla separazione delle carriere, per ragioni di sinistra.

Sì alla separazione delle carriere, per ragioni di sinistra

L’ex presidente della Corte costituzionale e ex parlamentare Pds scrive al Foglio: una naturale conseguenza della riforma Vassalli. Quando Togliatti giudicava “democraticamente inaccettabile” la piena autonomia della magistratura, e altre chicche dalla Costituente

Augusto Barbera, già presidente della Corte costituzionale, scrive su Il Foglio sostenendo che “la separazione delle carriere e il sorteggio del Csm non subordinano i pm alla politica” e che si tratta di “una riforma liberale divenuta inevitabile dopo la riforma Vassalli”. Barbera avverte di vigiliare contro le tifoserie: “Prevalgono ragioni di schieramento: chi è con la maggioranza vota sì, chi è contro vota no”, e invita a “evitare argomenti artefatti”.

Nella lettera afferma che “è quanto sta per ripetersi: chi è a favore della attuale maggioranza sarà spinto a votare Sì chi è contro sarà indotto a votare “no”. Si ripeterà quanto accaduto bocciando la (per me ottima) riforma Renzi? Non mi piacciono le tifoserie ma non voglio demonizzare nessuna posizione: anche la “politique politicienne” ha le sue logiche. Logiche non commendevoli, che possono anche meritare rispetto; ma a due condizioni. La prima: che si evitino argomenti artefatti. Fra i tanti sento ripetere che dopo la riforma Cartabia pochi sono i passaggi dall’una all’altra carriera; verissimo ma giudici e pm sono rimasti insieme nel medesimo Csm (i pm a giudicare le carriere degli altri giudici e viceversa) e soprattutto raggruppati nelle medesime correnti in esso presenti. Sono lontani i tempi – fine anni Sessanta – in cui la divisione in correnti dei magistrati rifletteva due diverse letture della Costituzione ed è andata crescendo la loro sgradevole natura di gruppi di pressione e di potere”.

Insomma, Barbera punta il dito sulle correnti nel Csm: “Giudici e Pm sono rimasti insieme nel medesimo Csm e nelle stesse correnti, divenute gruppi di pressione e di potere”. Sul richiamo a Calamandrei, critica l’agiografia: “Richiamo suggestivo ma privo di senso; la storia va rispettata”, visto che le proposte di Calamandrei prevedevano un “ordine autonomo” e un “commissario della giustizia” ponte con la politica, modello poi non accolto integralmente.

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