La nuova truffa delle chiamate mute per clonare la voce con l’AI
Una chiamata sconosciuta, nessuna voce dall’altra parte e pochi secondi di silenzio prima che tutto si interrompa.
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Potrebbe sembrare un errore o un fastidioso call center, ma dietro a quelle telefonate “mute” si nasconde spesso qualcosa di molto più pericoloso. Si tratta di una nuova forma di truffa che unisce vecchi e ormai inflazionati schemi di phishing con tecnologie di intelligenza artificiale sempre più sofisticate. Questo nuovo stratagemma ha come obiettivo rubare la voce delle povere vittime per creare cloni vocali convincenti, utili a mettere in atto frodi e furti d’identità.
Negli ultimi anni, la clonazione vocale è diventata un’arma potente nelle mani dei cybercriminali. Bastano pochi secondi di audio come un “pronto?” o perfino un colpo di tosse – per raccogliere i dati necessari a ricreare una voce quasi identica all’originale. Con questa tecnologia, i truffatori possono imitare parenti, colleghi o persino funzionari di banca, chiedendo soldi o informazioni sensibili con una naturalezza tale da ingannare chiunque.
Come funziona la truffa delle chiamate mute
Tutto parte da una semplice telefonata silenziosa. Dietro ci sono sistemi automatici che generano migliaia di chiamate al giorno verso numeri casuali. Quando qualcuno risponde, l’algoritmo registra il suono ambientale e verifica che il numero sia attivo. In quel momento, il contatto viene definito come reale e finisce in database condivisi tra diversi gruppi criminali.
A questo punto possono accadere due cose: il numero viene rivenduto a società che gestiscono campagne di spam e robocall, oppure viene utilizzato per un attacco più sofisticato, come la clonazione vocale. Anche un frammento di voce è sufficiente per addestrare un software di intelligenza artificiale in grado di riprodurre tono, ritmo e inflessioni con risultati impressionanti. Secondo uno studio del 2023 condotto dalla società di cybersecurity McAfee, bastano appena tre secondi di registrazione per ottenere un clone con una somiglianza dell’85%, e con pochi campioni in più si può arrivare al 95%.
Con un clone vocale realistico, i truffatori possono impersonare una persona di fiducia e contattare familiari o colleghi per chiedere aiuto economico, convincerli a fornire dati sensibili o persino aggirare sistemi di sicurezza basati sul riconoscimento vocale.
Come difendersi dallo spear phishing
Il fenomeno della clonazione vocale rientra nella categoria dello spear phishing, una forma di truffa mirata che colpisce individui specifici utilizzando informazioni personali raccolte online. I criminali possono analizzare post, foto e tag sui social per rendere le loro richieste più credibili: ad esempio, citando un viaggio recente o un familiare reale.
Per difendersi, la regola numero uno è non rispondere a numeri sconosciuti. Se la chiamata è importante, chi vi cerca lascerà un messaggio o troverà un altro modo per contattarvi. Se invece decidete di rispondere, è meglio restare in silenzio: ogni parola in più può diventare materiale prezioso per chi vuole clonare la vostra voce.
Inoltre, è utile attivare il blocco automatico delle chiamate sconosciute e non condividere mai informazioni personali al telefono, nemmeno con voci che sembrano familiari. Se avete dubbi, riagganciate e richiamate il numero ufficiale della persona o dell’azienda.
Infine, limitate la pubblicazione di audio e video sui social: anche un breve messaggio vocale può diventare una fonte di rischio. Un piccolo accorgimento come impostare i profili in modalità privata può fare la differenza.
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