Accesso alla Medicina Generale numeri insufficienti altro che inversione di rotta
I dati emersi dal confronto tra posti disponibili e partecipanti al concorso di accesso alla Medicina Generale evidenziano una volta di più le gravi criticità del sistema di programmazione.
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«Questi numeri – dichiara Angelo Testa, Presidente Nazionale Snami – dimostrano ancora una volta la mancanza di una programmazione seria. Ma il problema non è solo quantitativo, è soprattutto qualitativo: il Corso di Formazione in Medicina Generale non è ancora stato trasformato in una vera specializzazione universitaria con un Settore Scientifico Disciplinare internistico. Finché la medicina generale resterà una formazione “di serie B”, non attrarrà le nuove generazioni come dovrebbe. Senza un riforma seria rischieremo di buttare contratti in alcune regioni per eccesso di partecipanti e in altre per difetto. Ci vuole una prova unica nazionale».
Il sindacato evidenzia inoltre un paradosso organizzativo: le assegnazioni delle scuole di specializzazione universitarie sono state pubblicate dopo il concorso Mmg. Molti candidati assegnatari, dunque, non accetteranno il posto in medicina generale, preferendo intraprendere il percorso universitario. A questo si aggiunge il fenomeno noto degli abbandoni tra il primo e il secondo anno, che interessa circa il 20% dei corsisti, con un enorme spreco di risorse e di tempo.
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