Anno: XXVI - Numero 189    
Giovedì 2 Ottobre 2025 ore 13:40
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Specializzazioni mediche, disastro borse: 1 su 6 resta vuota

Nel 2025 il 17% dei contratti non è stato assegnato. In emergenza-urgenza quasi metà delle borse resta scoperta. Le associazioni dei medici parlano di “disastro annunciato” e invocano una riforma radicale.

Specializzazioni mediche, disastro borse: 1 su 6 resta vuota

Il 2025 conferma una tendenza che rischia di diventare strutturale: su 15.283 contratti messi a bando per le scuole di specializzazione medica, 2.569 sono rimasti vuoti, pari al 17%. Non si tratta di numeri secondari, ma di posti già finanziati, pronti ad accogliere giovani medici che avrebbero potuto diventare specialisti nelle discipline più necessarie al sistema sanitario. Ancora una volta, invece, il copione è quello delle borse non scelte, destinate ad aumentare ulteriormente a causa delle mancate immatricolazioni effettive.

Il caso più clamoroso resta la medicina d’emergenza-urgenza. Su 976 contratti, solo il 55% è stato assegnato: significa che quasi una borsa su due è rimasta senza titolare, proprio nella specializzazione che dovrebbe costituire la spina dorsale dei pronto soccorso italiani. Lo stesso problema riguarda discipline cruciali per la diagnosi e la terapia oncologica, come Anatomia Patologica e Radioterapia, che registrano percentuali di abbandono simili.

Anaao Giovani e l’Associazione Liberi Specializzandi non usano giri di parole e parlano apertamente di “disastro annunciato”. Era tutto prevedibile e già denunciato, spiegano, perché il sistema di formazione post-laurea non è più in grado di attrarre i giovani né di rispondere ai bisogni reali del Servizio sanitario nazionale. Da un lato proliferano specializzazioni considerate senza appeal, dall’altro restano scoperte le branche che garantiscono la tenuta stessa del sistema ospedaliero.

La soluzione, secondo le associazioni, è superare l’attuale modello e introdurre un contratto di formazione-lavoro che sostituisca l’impianto delle borse di studio. Uno schema che preveda diritti e doveri chiari, retribuzione e responsabilità crescenti, incardinamento nel contratto collettivo, all’interno di ospedali-università concepiti come learning hospital. Un modello che, paradossalmente, non costerebbe di più: l’eliminazione della figura dei gettonisti, che tra il 2019 e il 2023 hanno pesato per 1,7 miliardi di euro, libererebbe risorse sufficienti a finanziare il cambiamento.

Il nodo è anche la programmazione. I fabbisogni di medici specialisti non possono essere stabiliti sulla carta senza guardare alla realtà dei reparti e del territorio. Oggi si bandiscono contratti che nessuno sceglie, mentre interi ospedali lavorano sottorganico. Una contraddizione che non può reggere ancora a lungo.

Sul fronte opposto, il mondo accademico continua a sostenere che la formazione italiana sia tra le migliori d’Europa e che i giovani medici siano troppo attenti al portafoglio. “Dovrebbero accontentarsi di 1.300 euro netti al mese, visto che ai nostri tempi la specializzazione era gratis” è la frase che ritorna spesso, ma intanto i pronto soccorso si svuotano e la carenza di specialisti diventa cronica.

In attesa di una riforma strutturale, Anaao e Als chiedono due misure urgenti: aumentare a sette gli scaglioni straordinari di scelta, per ridurre il numero di borse vuote, e concedere 45 giorni di flessibilità per la presa di servizio, così da permettere ai neo-specializzandi di organizzare un trasferimento che spesso significa cambiare città e vita in pochi giorni.

La vera domanda resta inevasa: chi lavorerà nei pronto soccorso e nei reparti più fragili del nostro sistema sanitario nei prossimi anni? Senza risposte concrete, il rischio è che il collasso non resti un titolo allarmistico, ma diventi presto la cronaca quotidiana.

In attesa di una riforma strutturale, le associazioni chiedono due correttivi urgenti:

Aumentare a 7 gli scaglioni di scelta straordinari, per ridurre il numero di borse vuote.

Concedere 45 giorni di flessibilità per la presa di servizio, così da permettere ai neo-specializzandi di trasferirsi con tempi più umani.

 

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