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Slogan esteri, silenzi locali

Tra un corteo per Gaza e un tweet per il riconoscimento della Palestina, quante volte si parla dei veri drammi delle Marche?

Slogan esteri, silenzi locali

Il centrodestra vince, il centrosinistra arretra, e tutti gli attori politici rimangono perplessi. Ma non è un mistero. Il problema non è la mancanza di cause giuste da sostenere – Palestina compresa –, ma l’ossessione di farne bandiera, mentre il territorio rischia di collassare su se stesso.

Sì, il Pd e i suoi alleati scendono in piazza, urlano slogan, organizzano cortei per Gaza, manifestazioni per la pace, si schierano su politica estera. Ma quante volte hanno parlato davvero dei problemi delle Marche? Non quelli cosmopoliti o ideologici, ma quelli concreti che fanno svegliare di mattina milioni di persone: lavoro che non cresce, imprese che chiudono, sanità territoriale che implode, famiglie che tirano la cinghia.

Il quadro regionale è desolante. Le Marche sono la regione che cresce di meno nel 2023 in Italia: +0,3% di Pil, contro una media nazionale decisamente migliore. ANSA.it+2Cronache Ancona+2 Per il 2024 la previsione è crescita zero. Cronache Picene+1 Un’esecuzione tutto sommato lenta, ma inesorabile.

Le imprese? Crollano. Dal 2022 ad oggi decine di migliaia di attività chiudono ogni anno. L’agricoltura arretra persino nel numero di aziende e nella produzione. PD Marche+1 L’export va male, specie nel tessile e nel calzaturiero che sono colonne portanti dell’economia locale. Cronache Picene+1

La sanità? Un disastro sotto molti aspetti. Mancano oltre 200 medici di base. Interi territori restano scoperti. Corriere Adriatico Le Case della Comunità e gli Ospedali territoriali – previsti e promessi dal PNRR – procedono a passo di lumaca, con pochi fondi spesi e molti progetti neppure partiti. CGIL Marche Famiglie che rinunciano a curarsi, cittadini che devono percorrere decine di chilometri per una visita, la mobilità passiva che aumenta. CGIL Marche

Il mondo del lavoro non offre consolazione. Sì, il tasso di occupazione è relativamente alto, ma con salari bassissimi: la media retributiva marchigiana è sotto quella nazionale di diversi punti. RaiNews Le imprese sono piccole, familiari, scarsamente capaci di innovazione. La precarietà, la stagnazione dell’industria, il crollo dell’export gravano come macigni.

E cosa fa la politica durante tutto questo? Si affanna a produrre dichiarazioni, a schierarsi sul Gaza di turno, a tifare per la pace, a discutere di riconoscimenti internazionali. Non che siano temi inutili, tutt’altro: ma quando le priorità locali sono sospese, trascurate, dimenticate, l’elettore medio ti chiede non più parole su un’altra terra lontana, ma fatti qui, ora.

Schlein e il Pd insistono sulla “unità progressista”, sull’alleanza coi Cinque Stelle, sull’impegno internazionale, ma trascurano che una parte crescente dell’elettorato chiede una politica che risolva il drenaggio delle imprese, migliori la sanità locale, argini la povertà, il caro casa, il caro affitti, il caro mutui, il declino di piccoli comuni e territori rurali.

Le piazze e le bandiere servono, certo. Simboleggiano idee e appartenenze. Ma non bastano. Se la politica vuole recuperare consensi, deve smettere di rincorrere solo le cause “forti”, quelle che fanno scalpore, e occuparsi delle cause “quotidiane”, quelle che pesano su milioni di Marchegiani: chi perde il lavoro, chi non ha un medico, chi non ha una casa decente, chi non ce la fa ad arrivare a fine mese.

Perché se continui a parlare troppo di Palestina e quasi mai dei problemi della Regione, il risultato non è la coerenza morale, ma l’isolamento elettorale. E non servono lacrime per Gaza se lasci migliaia di persone dietro l’angolo in una Regione che non cresce.

Ora il Pd ha una scelta: smettere il selfie internazionale e tornare sul territorio. Parlare meno di conflitti lontani, più di cosa significa vivere nelle Marche oggi. Dare risposte, proposte, sostegno. Recuperare la fiducia non promettendo ponti sul Mediterraneo, ma strade, ospedali, scuole, lavoro.

Perché le urne non danno sconti: o torni a parlare alle Marche reali, o resti per sempre voce di piazze piene… ma di regioni vuote.

 

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