Legge Università: 160M di euro per enti di ricerca e Piano Sud
La Camera approva in via definitiva il Decreto Università, sbloccando fondi per enti di ricerca, progetti nel Mezzogiorno e la stabilizzazione dei ricercatori, segnando un investimento decisivo per la scienza e l'innovazione italiana.
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La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il Decreto legge università e ricerca, dopo il via libera del Senato, introducendo misure cruciali per il sistema accademico italiano. La legge stanzia risorse per potenziare progetti e infrastrutture scientifiche, sblocca la stabilizzazione del personale del CNR, garantisce sgravi fiscali per le borse di ricerca e riconosce i titoli di studio per gli educatori nei servizi per l’infanzia. Il Ministro Anna Maria Bernini ha dichiarato: “Con l’approvazione definitiva di questo decreto, mettiamo a disposizione del sistema universitario e della ricerca italiana oltre 300 milioni di euro di investimenti mirati. Si tratta di una svolta concreta che dimostra la centralità strategica che attribuiamo alla scienza e all’innovazione per la competitività del nostro Paese“.
La nuova normativa destina 160 milioni di euro come risorse premiali agli enti di ricerca vigilati dal MUR per potenziare programmi e infrastrutture scientifiche. Questi fondi saranno erogati con una ripartizione temporale di 40 milioni nel 2025, 60 milioni nel 2026 e 60 milioni nel 2027. A questi si aggiungono 1,48 miliardi di euro del Fondo di Finanziamento ordinario (FOE) per il 2025.
La legge sblocca definitivamente i 150 milioni di euro destinati al Piano d’azione ‘Ricerca Sud‘, finalizzato a rafforzare le capacità di ricerca e innovazione nelle aree meno sviluppate del Paese. L’obiettivo è fare del Mezzogiorno un polo d’eccellenza per la ricerca scientifica e tecnologica, promuovendo la collaborazione tra atenei, imprese e istituzioni locali.
Il Piano promuoverà la costituzione di Ecosistemi dell’innovazione nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Il decreto include anche misure specifiche per il personale del CNR, sbloccando le procedure per la stabilizzazione di ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi, con un finanziamento di 9 milioni di euro nel 2025. Viene inoltre confermato il regime fiscale agevolato per le borse di ricerca.
Infine, la legge proroga al 31 dicembre 2025 il mandato del Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e tutela l’accesso alla professione per gli educatori per l’infanzia immatricolati entro l’anno accademico 2018/2019. Come ribadito dal Ministro Bernini, “stiamo costruendo un ecosistema della ricerca più solido e inclusivo. Grazie a questi investimenti, l’Italia si afferma come protagonista della ricerca internazionale e un polo di attrazione per nuovi talenti”.
Adnkronos
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