Primi risultati concreti: il tabù inizia a cadere
Primi risultati concreti: il tabù inizia a cadere L'azione per l'integrazione dell'OdG del XXXVI Congresso con la discussione della bozza di nuova legge professionale inizia a produrre i primi risultati concreti.
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A tal proposito, la prima notizia che mi pare sia passata sottotraccia arriva dalla convocazione dell’Agorà degli Ordini e delle Unioni per il 17 settembre prossimo: in quella sede si discuterà anche di “aggiornamenti sull’iter parlamentare della riforma forense”. Finalmente si inizia a parlare dell’argomento tabù.
La conseguenza logica che ne discende è questa: se nell’Agorà – riunione senza fondamento ordinamentale – è possibile discutere della bozza di nuova legge professionale, diventa obbligatorio che anche il Congresso, ‘Massima Assise’ dell’avvocatura, possa farlo. O sbaglio? Ditemi voi che ne pensate.
Ovviamente, non poteva tutto andare liscio. Ed infatti la convocazione prevede una partecipazione in presenza o alternativamente da remoto ben limitata: un solo rappresentante per Ordine/Unione “per ragioni tecnico/organizzative”. CHIEDO: quale limite di capienza reale può giustificare questa restrizione? Nessuno. Per questo procedo a chiedere formalmente al CNF e OCF piena pubblicità della riunione, perché tutti i delegati -in carica (Lecce 2022) e nuovi (Torino 2025)- possano parteciparvi o seguirne i lavori, con diritto di intervento. Vedremo cosa decideranno.
NOTA BENE: la decisione di convocare ed inserire la riforma forense nell’OdG dell’Agorà è frutto dell’azione del Presidente del COA Firenze, l’Avv. Sergio Paparo. Un’azione resa ancora più consistente dalla pressione democratica esercitata dai Delegati che si sono mobilitati in tutta Italia per il medesimo scopo. E del pari consolidata dalle simili posizioni assunte dall’Unione Fori Toscani e dall’Unione Ordini Forensi Lazio. Una pressione che ha prodotto il primo risultato concreto, anche se per ora… monco: il Presidente Paparo aveva infatti richiesto la partecipazione attiva anche delle Associazioni maggiormente rappresentative e specialistiche. Per l’appunto: non convocate. Ma tant’è.
La seconda notizia, poi, è che in parallelo all’Agorà il 29 luglio il CNF ha diffuso le modalità per la raccolta e la sottoscrizione delle Mozioni congressuali – ovverosia le proposte di deliberato che traducono in atti concreti la volontà dei Delegati. Il sistema sarà operativo dal 1° agosto ore 12.00, con termine delle operazioni fissato per il 16 settembre. Le mozioni rappresentano lo strumento democratico fondamentale: ogni proposta deve essere sottoscritta digitalmente e ottenere almeno 30 adesioni da almeno 5 Ordini diversi per essere ammessa alla votazione congressuale. I delegati avranno circa 46 giorni -ferragosto compreso- per elaborare, presentare e raccogliere le adesioni necessarie. Tempi che richiedono lavoro alacre, considerando che la piattaforma avrebbe potuto essere attivata con maggiore anticipo per agevolare il lavoro preparatorio (delle mozioni che si intendono presentare) e di studio (di quelle da altri Delegati presentate). Ma, anche in questo caso, tant’è.
Il mondo politico, ovviamente, sarà ben informato di tutto quanto, a partire dalla richiesta di pubblicità dell’Agorà.
La democrazia forense si fa con i fatti. Mettendoci la faccia.
P.S.: La schermata in fotografia rappresenta una visione ideale di partecipazione democratica, dove ogni delegato potrebbe facilmente proporre integrazioni all’ODG congressuale. Nella realtà, come noto, le procedure sono ben più complesse. L’auspicio è che in futuro si possa semplificare la partecipazione attiva dei Delegati alle scelte fondamentali dell’avvocatura, garantendo maggiore accessibilità agli strumenti di democrazia forense.
Delegato XXXVI Congresso – Foro di Roma
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